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28 aprile 2006

Le stragi dei corridoi


La Commissione Europea dà il via libera alla realizzazione della tratta in Val di Susa della TAV, presentando la relazione di una commissione di esperti europei indipendenti, che sostanzialmente conferma la correttezza dei lavori compiuti dalla Lyon-Turin Ferroviaire.
Il comitato di esperti che ha prestato consulenza alla Commissione Europea, e redatto la relazione è composto da società private di consulenza, quali la ECORYS Nederland BV, la COWI A/S , la ECN , Ernst & Young Europe e Consultrans, ma i loro nomi non vengono citate dalla stampa o dai giornali. Il rapporto “tecnico” imperversa per circa 160 pagine sull’ottimo lavoro svolto dalle società sul controllo della salute, sulla salvaguardia ambientale e sulla gestione degli accordi con le parti sociali, che vengono invece ridicolarizzate e criminalizzate. Amministrazioni comunali che fanno ostruzione, gruppi no-global violenti, e polemiche prelettorali, sarebbero le parti sociali che si schierano contro la Tav, forse controllate “la lobbies” di cui non si conosce l’identità.

E così una commissione di esperti, che indipendenti non sono, afferma che le popolazioni di uno Stato sono controllate da Lobbies, ma intanto presta consulenza alla Commissione Europea, che non è un’istituzione sovrana ed è affiancata da altri 3000 comitati i cui componenti e le cui riunioni sono tenuti nello stretto riservo. Sarebbe interessante sapere chi siede in quelle commissioni, forse gli stessi consulenti delle società appaltatrici e finanziatrici delle grandi infrastrutture? Allora si che potremmo capire chi è davvero controllato dalle lobbies!

La regione Piemonte risponde alla relazione tecnica, e non esclude la possibilità di stralciare la Torino-Lione dalla legge obiettivo, che darebbe poi potere di giudizio del progetto definitivo alla conferenza di servizi ordinaria regionale, che, attenzione, una volta approvato il progetto, non darebbe più voce alle amministrazioni locali. In altre parole, vogliono potenziare il potere decisionale della regione e indebolire quella dei comuni, per passare, forse, ad un accentramento delle decisioni sulle opere pubbliche nelle mani dello Stato.
Il corridoio ferroviario Lisbona-Kiev non è che uno dei tanti progetti per il controllo del traffico delle merci, passando dall’acquisizione dei porti , alla costruzione di ponti e linee ferroviarie.

In ogni Stato fervono lavori per infrastrutture e trasporti, rigorosamente controllati da privati e finanziate da grandi banche d’affari, e i governi che si oppongono sono travolti da scandali e da strani eventi. L’Albania è sotto assedio da circa due mesi, senza luce né gas, per stremare le popolazioni e le imprese e ottenere così il controllo del gasdotto “Ambo” che consentirà alle società petrolifere di raggiungere, tramite i balcani, il mercato europeo. British Petroleum e Gazprom sono in concorrenza tra di loro, per cui probabilmente verranno costruiti due corridoi, il Corridoio VIII che porterà a Valona e un altro che sbucherà a Durazzo. La Romania e la Bulgaria devono entrare nell’UE dovranno prepararsi a privatizzare i porti fluviali e a garantire il passaggio di progetti come la costruzione della Tav o di Gasdotti. Poi gli attentati in Egitto, la magistratura che perde così tanto tempo con i “pesci piccoli” dimenticando i nomi degli squali, Al Zarqawi che si sveglia e lancia minacce all’occidente: a questo punto sembra una strana casualità di eventi.


In Italia invece, approfittando dell’assenza di un esecutivo , viene conclusa l’importante fusione tra la Abertis, società di infrastrutture (caselli e aeroporti) e Autostrade. Una fusione che tuttavia si atteggia a “vendita elegante”, in quanto dopo la fusione la holding di Autostrade, Schema28, che già è partecipata da Abertis, avrà una partecipazione nella nuova Auto-Abertis del 24,9%, mentre l’11,7% va alla Banca Caixa e il 12,5% alla ACS S.A., entrambe spagnole. L’azionariato di Schema28 dopo la fusione subirà delle modificazioni: il 13,3% di Abertis viene distribuito per 1/3 a Mediobanca e i 2/3 a Caixa ed ACS, per cui in virtù della partecipazione indiretta queste ultime avranno una maggioranza relativa del 26,4 . Per tale motivo forse la sede fiscale del gruppo dopo la fusione sarà la Spagna, dietro il suggerimento dello “Studio Vitali Romagnoli Piccardi”, ossia lo studio dell’ex Ministro Tremonti che già prestava consulenza ad Autostrade. I Benetton guadagneranno circa 670 milioni di euro di extra-dividendo, per un progetto di fusione di circa 45 miliardi di euro.


L’Italia dunque dopo aver privatizzato un monopolio naturale, adesso perde il controllo di una struttura così importante, restando come unica opzione la costituzione di una Autorità di controllo delle reti, perché a detta di Prodi, “contano le regole e non la proprietà”. Ma se poi le regole le fanno i cd. europeisti, e se le amministrazioni non possono far guerra alle grandi opere, quale prospettiva ha l’Italia.

Oggi è la Tav, domani sarà il Ponte sullo Stretto, e tra un po’ toccherà ad Alitalia, che ormai non ha molte chances, come non ha molte chances l’Italia, che è ormai guidata da uomini piccoli, disposti a tacere per una poltrona, o magari per la Presidenza alla Camera o alla Repubblica. Gli “Europeisti” e i “Professori” ci governano, si fanno eleggere promettendo trasparenza e dialogo nell’interesse dei cittadini, ma in realtà sono ben altri gli interessi che prevalgono, gli interessi delle Banche d’Affari che stanno così comprando i corridoi e gli snodi del traffico delle merci. Questo è il contesto in cui guardare l’intrecciarsi degli eventi, delle fusioni, delle privatizzazioni e degli atti terroristici, che non sono altro che segnali inviati ai governi e agli Stati che dovranno adeguarsi alle direttive.