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15 giugno 2006

Le Borse travolte dall'uragano Alberto

Stanno manipolando il prezzo dell'oro?
Uragano Alberto
Il nuovo ribasso degli indici di Borsa ha avuto un impatto sul mercato finanziario con una risonanza molto più eclatante di quella che si potesse pensare. L'incertezza e il timore di una crisi di liquidità ha indotto i grandi fondi investimento a versare sul mercato i propri titoli, togliendo dal portafoglio quelli più rischiosi o meno solvibili nel breve termine.Gli effetti non si sono fatti aspettare, perché le Borse asiatiche hanno perso fino a 4 punti con gravi ripercussioni soprattutto sulle Borse europee. Rispecchia questo uno scenario più volte descritto e anticipato dagli analisti, e non crediamo che sia una congiuntura, in quanto il sistema speculativo sta rovinando proprio a causa della recessione economica americana, a sua volta dovuto alla sua moneta che ha bruciato risorse reali in cambio di carta e finzioni contabili. Una situazione che rischierà di accelerare se presto non arriverà un uragano a dare ossigeno al mercato, così come aveva fatto Katrina con i suoi 19 miliardi di dollari: Alberto si sta già avvicinando alle coste della Florida, con 20000 sfollati e 4000 isolati.

Il timore per il rallentamento della crescita Americana, con un'inflazione sempre più elevata e la continua diminuzione degli ordini industriali, ha scatenato il panico su Tokyo, che ha bruciato più di 150 miliardi di dollari di capitalizzazione, un quinto del mercato nipponico. Gli stessi fondi di investimento che avevano tempo fa portato alle stelle l'indice Nikkei, grazie ai bassi tassi di interesse, liquidano e provocano un effetto urto che ricorda quello della caduta delle Torri Gemelle. Ad esso si aggiunge lo scandalo che ha colpito il governatore della Banca Centrale del Giappone, accusato di aver dato dei soldi, poco prima di assumere la carica, ad un gestore di fondi di investimento arrestato pochi giorni fa. Vi ricorda qualcosa? Non a caso questo affaire non dispiace affatto al governo nipponico che intendeva cambiare la sua politica monetaria cercando di elevare i tassi di interessi per frenare la fuga di capitali.

La contrazione della crescita del Pil americano è uno dei primi segnali della recessione che potremmo già considerare in atto, considerando che la politica delle autorità monetarie non sta cambiando: tra il 27 e il 29 giugno Bernanke annuncerà un'ulteriore aumento dei tassi di interesse perché l'inflazione non accenna a placarsi. I prezzi più elevati stanno deprimendo i consumi e soffocando le famiglie americane, schiacciate dai tassi di interessi del credito al consumo, e dalla diminuzione del valore delle proprietà immobiliari, con le quali garantiscono le loro carte di credito. La distorsione del mercato economico sta proprio nella forte dipendenza del credito al consumo, perché un aumento dei tassi si ripercuote subito sui consumi e sugli investimenti. E mentre i tassi di interesse si alzano sempre di più e i prezzi aumentano, una strana anomalia colpisce il mercato delle commodities, che invece perdono in pochi giorni alcuni punti percentuali, ma abbastanza da far temere lo scoppio della bolla dei prezzi. L'oro è caduto a Londra di circa 10 punti, quotandosi a 590$/oncia e fermandosi a New York a 562$.
Molti parlano di giusta manovra correttiva, noi invece vogliamo insinuare il dubbio di una manovra speculativa che vada a deprezzare i titoli dell'oro per spingere a vendere prima di un'ulteriore caduta, o ancor peggio a mascherare qualcosa di terribile.

Le manipolazioni dei sistemi di definizione del prezzo dell'oro sono state denunciate nel 1999 durante una causa condotta dal GATA - Gold Anti-Trust Action Committee - dichiarando che le cinque ditte di Wall Street hanno cospirato con i dirigenti della Federal Reserve, della Banca di Riserva Federale di New York e del Reparto di Ministero del Tesoro, e della Banca degli Stabilimenti Internazionali (BSI) per diminuire il prezzo dell'oro. Così facendo, hanno evitato enormi perdite alle organizzazioni finanziarie, che prendono in prestito l'oro dalla banca centrale con bassi tassi di interesse per rivenderlo sul mercato. Se i prezzi aumentano, come sta accadendo ora ad esempio, la banca per restituire il prestito compra più oro a prezzi più elevati. Per cui, in questi ultimi anni, Goldman, Chase e Deutsche Bank sono stati degli importanti venditori di oro per pareggiare lo scambio dei prodotti da New York. Il governatore della National Bank svizzera, allora dichiarò che per mettere sul mercato centinaia di tonnellate d'oro, la Banca ha incaricato la BSI per contribuire a vendere 1.300 tonnellate di oro. Successivamente, nel tentativo di non pagare i relativi azionisti, ha cercato di sostituire le loro quote con le partecipazioni possedute dalle istituzioni finanziarie internazionali. Vi ricorda qualcosa anche questo?L'obiettivo è stato proprio quello di impedire che il prezzo dell'oro potesse segnalare l'aumento futuro dell'inflazione, che avrebbe compromesso il ruolo internazionale del dollaro e avrebbe attirato l'attenzione sull'enorme, e senza precedenti, deficit commerciale.
L'inchiesta del Gata ha coinvolto l'allora Governatore Greenspan nel più grosso scandalo finanziario del secolo, che avrebbe senz'altro distrutto l'intero sistema bancario, la Fed e fatto crollare interi Stati. Tutto questo non è accaduto, perché le Torri sono cadute e Greenspan è andato in pensione, lasciando l'onere di proseguire la crociata a Bernanke.