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20 dicembre 2006

Makhonine: un nome che fa tremare i Banchieri


Questo secolo di storia segnato da conflitti perpetui e terribili ha senz'altro insegnato all'uomo che "ogni goccia di petrolio è una goccia di sangue", versata in nome del dio dollaro, del governo mondiale. Tuttavia non abbiamo mai imparato dai nostri errori, dalla scienza e dai grandi uomini che hanno dedicato la loro vita al progresso e all'evoluzione della società, lasciando una grande eredità rimasta sempre occulta.
Gli scienziati che hanno scoperto le armi per combattere il male che ci corrode sono stati sempre isolati e poi abbandonati a loro stessi, perché la loro grande rivoluzione era sconfiggere il dio denaro per contribuire al benessere e alla sopravvivenza delle civiltà.

Negli archivi sembra essere stato cancellato il nome di un ingegnere russo, Ivan Makhonine, forse perché ha fatto tremare i Banchieri e i Petrolieri delle Sette sorelle donando la sua invenzione alle Nazioni allora troppo dipendenti. Makhonine sperimentò nel 1917 un sistema per produrre il carburante ideale la cui caratteristica era quella di prendere solo i pregi delle benzine e dei gasoli, ma non i difetti, sia quelli fisici che economici e così politici. Contrariamente alla benzina, questo carburante non può infiammarsi a freddo, ma solamente a caldo, dunque non può scoppiare nei motori spenti, e permette di sfruttare completamente il rendimento dei motori a scoppio.
Tale scoperta fu applicata, verso il 1918, su una locomotiva a propulsione elettrica, in cui i motori che trascinano le assi delle ruote sono alimentati da un generatore di elettricità alimentato a sua volta da un motore ad esplosione con forte tasso di compressione: questo treno utilizzava idrocarburi messi in ebollizione in una caldaia, collegata ad un dispositivo che aspirava i vapori trattati e li trasformava in un vapore, un fumo spesso che alimentava direttamente il motore a scoppio del generatore elettrico. Iniettando tale "fumo" in un apparecchio di distillazione classica, si condensa in nel carburante Makhonine, che può essere stockato per una sua ulteriore utilizzazione.
La sua macchina riusciva dunque a trasformare i vapori di idrocarburo e i altri prodotti carboniosi - catrami di carbon fossile, i peggiori carboni, il petrolio grezzo, gli oli vegetali ed ogni scarto carbonioso - in un "fumo" condensabile che dà questo famoso carburante con un enorme rendimento, cosa che tuttora la tecnologia non è in grado di realizzare. I rendimenti di produttività nell'estrazione del carburante erano del 95%, ed parimenti eccezionale era l'efficienza dei motori che lo utilizzavano, che non producevano né emissioni né i soliti odori sgradevoli, ma solo un tipo di gas caldo con un leggero odore piacevole.

Procedimento meccanico per la trasformazione
degli idrocarburi prima di essere utilizzati
Brevetto N°622.036
Scarica il brevetto
Il dispositivo di estrazione - descritto dal brevetto N°622.036 - è costituito da un cilindro di porcellana, al cui interno andava immesso il prodotto carbonioso, e aveva alla base un forno ad alta temperatura che manteneva un metallo allo stato di fusione (700°-1000°). Allo stesso tempo veniva emesso un getto di vapore all'altezza della sommità del forno con la materia fusa. Gettando il carbone in questo bagno di metallo in fusione, ossia una materia avida di carbonio, e iniettano sotto pressione del vapore acqueo, il carbone viene polverizzato e viene ricomposto al carbone sciolto dal metallo. Alla sommità del cilindro avviene la vera reazione, ossia si accumulano dei gas condensati, che vengono poi costretti ad attraversare un dispositivo - non descritto dal brevetto - che è collegato direttamente ad un motore di distillazione classica da dove esce il carburante. La sua meccanica era a dir poco perfetta, e particolare, e lo stesso Makhonine non rivelò mai con esattezza il segreto che stava alla base del dispositivo che produceva e trasformava questo carburante.
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Così riuscì a far funzionare col suo carburante ogni tipo di motore allora esistente, ad adoperarlo con successo in numerose esperimenti dalla Marina, dall'aviazione militare, ma non ha mai preso piede nella produzione su scala mondiale.
Makhonine lasciò la Russia nel 1922 per stabilirsi in Francia, a cui fece dono dell'invenzione come riconoscenza dell'asilo concessogli, e lì riuscì a costruire una realtà economica importante intorno alla sua invenzione, e la stessa seconda guerra mondiale, in seguito ai numerosi problemi di energia e la dipendenza economica, fece ritrovare un certo interesse agli industriali e ai politici francesi che detenevano la sua invenzione. Le industrie produttrici del carburante divennero grandi società per azioni, e cominciarono ad emettere le azioni della "Compagnia del Carburante", ossia delle vere e proprie monete, come lo erano le azioni delle "Compagnie delle Indie" la prima cartamoneta dei Banchieri di Londra. Il Makhonine si diffonde per essere una vera soluzione ai problemi della Francia martoriata dalle guerre mondiali, una moneta agganciata ad una fonte di energia largamente disponibile e soprattutto nazionalizzata, creando un circuito al cui interno non potevano entrare i Banchieri di Londra.
Come poteva dunque rimanere nella storia il suo nome, se era riuscito a sfiorare un traguardo che molti avevano agognato, ossia quello di creare la moneta anti-dollaro. Lo stesso De Mattei, chiamato il Banchiere di Guerra, cercò durante la seconda guerra mondiale di creare una moneta che desse pane e acqua agli italiani che non avevano "lire": la sua Eni doveva essere il mezzo per poter dare all'Italia energia nazionalizzata, e poi una moneta dotata di sovranità popolare.

La portata della sua invenzione era davvero rivoluzionaria, e lo è ancora di più se si riesce ad immaginare che tutt'oggi non si è riusciti a replicare con esattezza il brevetto, avendo delle parti volutamente incomplete. La tecnologia di oggi, ancora così agganciata al petrolio e agli idrocarburi potrebbe ancora conoscere una fonte di energia "alternativa" in grado di fare da catalizzatore in questa strana congiuntura di passaggio dal petrolio al nucleare, in cui è il gas ad essere una labile e temporanea soluzione. Perché allora non promuovere ancora una volta un consorzio, magari Franco-Russo, per la produzione del carburante Makhonine, per affiancare i biodiesel? Forse perché le attuali lobbies vogliono spingere gli Stati ad avere come unica alternativa esclusivamente l'energia nucleare a fissione o a reazione "termonucleare controllata".
Le vere energie alternative sono state occultate e lo saranno ancora, se la moneta non smetterà di essere un titolo di credito di una società per azioni e diventerà virtuale, inesistente, tale da far scambiare le merci senza il bisogno di toccarla o possederla.