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09 gennaio 2007

La Rai del futuro nelle mani di una "fondazione"


È ora all'esame del Parlamento il progetto di Legge Gentiloni, che darà vita ad una Fondazione che diventi azionista di riferimento della Rai del futuro, in sostituzione al controllo diretto del governo attraverso il ministero dell'Economia. Sarà una vera "associazione" che rappresenta i cittadini-utenti, una fondazione amministrata da un "consiglio", eletto dai membri dell'assemblea, previo il vaglio del parlamento o di altre organizzazioni sindacali o istituzionali, che resterà in carica sei anni e non si rinnova mai interamente, ma solo per un terzo ogni due anni.
La Rai suddivisa in tre distinte società operative, una società che gestisce gli impianti della rete, una a prevalente finanziamento pubblico, una finanziata esclusivamente dalla pubblicità, che saranno tutte controllate da una fondazione "indipendente".
Ecco che una commissione di esperti diventa un'istituzione, sostituendosi al potere pubblico in difesa dei consumatori e degli utenti, per creare un media di informazione che riesca a far fronte soprattutto alla concorrenza e che sia in attivo.
È ovvio che il servizio pubblico che la Rai erogherà sarà sempre più un'informazione senza notizie, senza sapere, perché dovrà rispettare degli standard di produttività o di ascolto che non sempre rispondono anche ad un adeguato livello di qualità e di cultura.
Saranno i diritti dei consumatori e degli utenti a prevalere su quelli dei cittadini, per fornire un servizio di massa sempre più simile a quello dei network internazionali.