Motore di ricerca

15 giugno 2007

La Comunità Europea ammette la contaminazione degli alimenti biologici


Dopo il no del Parlamento Europeo sulla possibilità di stabilire una percentuale di tolleranza per la contaminazione degli organismi geneticamente modificati, giunge oggi la decisione del Consiglio di Europa di consentire delle percentuali rilevanti di presenza di OGM all'interno di cibi definiti dall'etichette come biologici. I cibi che conterranno anche solo una percentuale minima dello 0,9% di Ogm da contaminazione accidentale potranno essere etichettati come prodotti biologici.
La decisione del Consiglio Ue va a smentire e a contrastare nettamente l'opinione del Parlamento Europeo che aveva respinto la proposta di inserimento di questa soglia di tolleranza di Ogm anche nei prodotti biologici, come già avviene per quelli convenzionali, approvando l’emendamento 171, che richiede " l’esclusione della dicitura “Biologico”, dall’etichetta dei prodotti la cui contaminazione accidentale da parte di OGM superi la soglia rilevabile dello 0,1%”. Questa norma dava una certa sicurezza sull’esclusione completa dalla contaminazione di organismi transgenici nei prodotti da agricoltura biologica. L'unico spiraglio che è stato tollerato è la possibilità di creare o mantenere i marchi nazionali con una soglia di transgenico inferiore allo 0,9%.

Il nuovo regolamento europeo emanato pone dunque il dubbio che prodotti etichettati come biologici siano i trasformati o l'elaborazione di vegetali manipolati geneticamente, ma con una percentuale definita zero tecnico per la possibile contaminazione anche accidentale. Una contaminazione che, secondo gli opinionisti che si sono espressi a tal proposito, dovrebbe accadere nell'atto dell'importazione dei vegetali Ogm o in generale del trasporto. Per tale motivo il dito è stato puntato direttamente contro quegli Stati che fanno un uso massiccio dei prodotti Ogm e che all'atto dell'esportazione contaminano le merci biologiche. Sottolineare questo rischio sarebbe tuttavia miope e limitativo, in quanto le problematiche inerenti sono molto più complesse e non si riducono al semplice problema della contaminazione.
È importante invece sottolineare innanzitutto che questo regolamento, con le prime concessioni agli OGM, va ad alterare la nostra alimentazione e la nostra concezione di prodotti biologici, così anche la produzione e la trasformazione di prodotti alimentari, che potrebbe andare ad utilizzare dei prodotti alterati anche lievemente, pur restando nei termini di legge. Inoltre, la cd. Contaminazione non avviene semplicemente nel trasporto, ma anche in maniera biologica, seguendo un piano strategicamente programmato: le coltivazioni infatti vengono attaccate da organismi geneticamente modificati, più che contaminati. Spesso le particelle biologiche artificiali sono studiate in funzione da divenire dei veri e propri virus che attecchiscono nelle coltivazioni tipiche e biologiche, per distruggerle lentamente. Una volta che la specie tipica sarà ritenuta malata, allora interverranno le ricerche di laboratorio che vorranno modificare questo errore della natura, ed è in questo momento che avverrà una manipolazione, in quanto l'uomo dovrà intervenire sul processo biologico per rafforzare la specie originale, indebolita da qualche sconosciuto agente esterno.
In questi ultimi è avvenuta una sorta di estinzione di centinaia di specie nostrane, selezionate dai virus e dalle logiche di mercato e di produzione, in quanto antieconomiche: per compensare così il calo di produzione agroalimentare sono divenute sempre più utilizzate le specie "geneticamente modificate" o semplicemente riprogettate dai ritrovati delle nanobiotecnologie, che intervengono sul ciclo biologico del vegetale.
Per cui, dietro la problematica degli Ogm si nasconde il problema del controllo della produzione agricola, uno tra gli strumenti principali del controllo dell'economia e degli Stati, nonché il controllo dell'alimentazione, che determina la cultura e la tradizione di un popolo. Distruggere antiche coltivazioni per poi riproporre il seme forte e produttivo, è la logica della globalizzazione che nessuno vuole accettare, ma alla fine adotta per necessità. Il settore agroalimentare italiano, per esempio, presenta ancora dei caratteri puramente tradizionalisti e locali, ma il modo di coltivare è già cambiato, è divenuto sempre più standardizzato. Con l'emergenza idrica e le crescenti importazioni dalle Economie in Sviluppo, il passaggio a coltivazioni modificate sarà quanto meno obbligato, perché la gente chiederà viveri e cibo con prezzi competitivi : riusciranno così a risolvere questo scopo mediante le deregolamentazioni - una via silenziosa ma efficace - o mediante le strategie di boicottaggio del rifornimento idrico e delle produzioni agricole tradizionali.