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24 settembre 2007

La e-justice e la biometrica nel futuro dell'Europa


Presentato dinanzi alla Commissione Europea il piano di attuazione del progetto "e-justice", ossia di "giustizia informatica" su scala europea, segnalato come prioritario della Presidenza portoghese. Il Ministro della Giustizia portoghese Alberto Costa, ha infatti illustrato, tra gli obiettivi di omogeneizzazione giuridica, la redazione della legislazione europea in materia di diritto di famiglia e di responsabilità civile, nonché della normativa per l'alleggerimento della burocrazia per imprese, la mediazione in materia civile e commerciale.
Il progetto di e-Justice è uno dei primi Progetti Integrati, che, coinvolgendo l'apparato amministrativo-burocratico nonché quello informatico e di intelligence, va a creare un database di informazioni giuridiche e personali che rivoluzionerà totalmente la nostra vita. Dopo anni di preparazione, è oggi giunto alla sua fase finale di attuazione, avendo infatti presentato come necessario un sistema di tracciamento degli individui per garantire la sicurezza della società civile. A muoversi ora devono essere i governi dei singoli Stati, che avranno l'onere di fare accettare ai suoi cittadini l'idea di essere inseriti in un archivio sovranazionale e di subire una continua violazione della privacy sotto la sorveglianza di un "cervellone" che controlla ogni tipo di movimento o transazione. Per tale motivo, è indifferente chi sia oggi il politico o il partito al Governo, in quanto è divenuto di prioritaria importanza portare a compimento quel progetto nato con "la lotta al terrorismo".
È stata così imposta la familiarizzare con le tecnologie di sicurezza (videosorveglianza, passaporto o documento elettronico, scansione dei dati biometrici) , spiegando che queste , in particolare quelle di biometrica, non rappresentano una minaccia alla privacy dei cittadini perché utilizzate all'interno di obiettivi e orientamenti ben precisi. Per quanto riguarda le tecnologie in questione, la e-justice farà ricorso ai sistemi di autenticazione elettronica "biometrica multimodale", in grado di fare una lettura delle caratteristiche fisiche e tradurle in dati elettronici (iride, impronte, fisionomia) , con l'integrazione dei sistemi di sicurezza con meccanismi di riconoscimento elettronico e di firma digitale. Accanto a questo vi sarà inoltre la realizzazione di un database di direttive, leggi e procedure legali che consentono di spiegare il mondo giuridico europeo ad un'ampia varietà di utenti, che si trasformano da semplici cittadini a professionisti che utilizzano, con sistemi di self-service, i meccanismi giuridici, i ricordi, la presentazione e il ritiro di documentazione . La e-justice, coordinata con il sistema del SIS II , diviene così uno strumento per poter poi applicare varie procedure molto complesse come quelle dell' Eurojust, ossia per l'emissione del mandato di arresto europeo, e del Bundeskanzleramt ( Cancelleria austriaca e i sistemi di RIS) , il monitoraggio e il continuo controllo delle leggi e dei regolamenti emessi , e ancora dell' Europol FEDICT.

I sistemi di identificazione biometrica sono attualmente pronti per una sua immediata utilizzazione a tutti gli effeti. La banca di dati biometrici dell'UE continua a garantire un'efficace gestione del regime comune europeo di asilo, ad esempio, nel sistema di EURODAC , lo strumento biometrico dell'Unione europea che aiuta a stabilire quale Stato membro sia competente per l'esame di una domanda d'asilo, facendo così da deterrente verso le violazioni. La banca dati d'impronte digitali applicata alla gestione delle domande d'asilo contribuisce in effetti a determinare quale Stato membro debba esaminarle attraverso il raffronto fra le impronte digitali dei richiedenti asilo e degli immigrati illegali, Nel 2006, EURODAC ha elaborato 165.958 serie d’impronte digitali di richiedenti asilo, 41.312 serie d’impronte digitali di persone che avevano varcato irregolarmente le frontiere e 63.341 serie d’impronte digitali di persone arrestate perché in posizione irregolare sul territorio di uno Stato membro.
Dal 15 gennaio 2003 le impronte digitali di ogni persona di età superiore a 14 anni che chiede asilo nell’Unione europea, in Islanda o in Norvegia, vengono immesse in una banca dati denominata EURODAC. È il primo sistema automatizzato comune d'identificazione delle impronte digitali (AFIS) nell’Unione europea.
La Commissione europea gestisce il sistema per conto degli Stati partecipanti, come prototipo di futuri progetti comuni, quali il sistema d’informazione Schengen di seconda generazione e il futuro sistema europeo d’identificazione dei visti.
Nell’ambito del sistema EURODAC, gli Stati partecipanti devono provvedere senza indugio a rilevare le impronte digitali di ogni richiedente asilo di età superiore a 14 anni. Le impronte digitali rilevate vengono quindi comparate con quelle trasmesse dagli altri Stati partecipanti e memorizzate nella banca dati centrale. La banca dati si avvale soltanto della comparazione biometrica, che è il più sicuro e il più accurato tra i metodi disponibili per l’identificazione. Ogni Stato partecipante provvede affinché il garante nazionale della protezione dei dati eserciti il controllo indipendente sulla legittimità del trattamento dei dati.
EURODAC consiste in un’unità centrale istallata presso la Commissione, dotata di una banca dati centrale computerizzata pienamente automatizzata per la comparazione delle impronte digitali, e in un sistema di trasmissione elettronica dei dati tra ogni Stato partecipante e l’unità centrale.

Per controllare i dati biometrici è stato creato il Centro di Biometrica europeo (CoE) nel cuore dell'Unione di Europa, a Brussels, che funge ufficialmente da centro di analisi e di intelligence per le centrali investigative e di polizia. Così l'e-justice biometrica ha lo scopo di fornire informazioni sia ai cittadini intesi come utenti, sia agli organi giuridici di ciascun Stato in quanto diviene il database ufficiale per l'emissione dei mandati di arresto europeo, per l'assistenza giuridica transnazionale, per i controlli dei movimenti al confine, per i visti, nonché per le carte di identità elettroniche e le schede multifunzionali "intelligenti". Il Centro di Biometrica concentra al suo interno le differenti funzioni che costituiscono l'intero sistema dell'identità biometrica, primo tra tutti i processi RAPIDS ( Registrazione e Soluzioni di Identificazione Giuridiche ) che si traducono nelle attività di Iscrizione ed emissione di carte di identità biometriche ( con impronte digitali, riconoscimento facciale, scansione dell'iride e firma elettronica, nonché comparazione dei dati con la black-list ). Accanto alla creazione dei database, vi sono le attività di controllo e di verifica delle caratteristiche biometriche, con sistemi di scansione elettronica dei propri dati e comparazione immediata, in tempo reale del database. Tali sistemi verranno applicati anche ai cd. Kiosk SafePass, ossia centri di controllo alle dogane con sistemi di lettura dei documenti e dei dati biometrici al fine di semplificare le procedure doganali. Il Centro biometrico propone inoltre tecnologie 3D per il riconoscimento facciale, con valide applicazioni anche nei settori amministrativi e finanziari, sistemi di immagazzinamento dei dati biometrici su una scheda elettronica o interfaccia USB, tecnologie eJustice Biometrica Bi-modale che consentono di estrarre i dati biometrici del singolo individuo senza emettere i dati sulla rete e dunque senza ricorrere al database centrale.

I sistemi di tracciamento dei dati biometrici sono, al momento, pronti per essere installati all'interno della Comunità Europea, e avranno una prima applicazione proprio nei processi dei controlli doganali e dell'emissione dei visti in modo da mettere in rodaggio l'intero sistema proprio cominciando dal monitoraggio dell'emigrazione e dei movimenti alle frontiere. Infatti, molte sono al momento le pressioni esercitate da parte delle Istituzioni Europee sui Stati membri e sui potenziali entranti, al fine di regolamentare l'emigrazione e di registrare tutti gli emigranti clandestini che transitano sul loro territorio o che sono diretti verso l'Europa. Questo è uno dei pilastri fondamentali dei nuovi accordi bilaterali ratificati dall'UE con i Paesi Balcanici, che hanno così come primo onere quello di fare un censimento elettronico della popolazione che emigra e che espatria in maniera illegale.
In questo caso, l'emigrazione clandestina diventa un terreno di studio e di rodaggio del sistema di tracciamento dell'intera popolazione europea. Inoltre, considerando che spesso sono le ambasciate e le Istituzioni stesse che alimentano questo "traffico ellecito di persone" senza effettuare i dovuti controlli, è possibile considerare l'emigrazione clandestina come un corridoio creato dagli Stati stessi per sostenere un sistema economico e industriale basato sullo sfruttamento e il lavoro "a nero".
Le politiche di regolamentazione dell'emigrazione divengono così uno strumento per sdoganare il tracciamento biometrico, per poi estenderlo pian piano a tutta la popolazione europea. Ironia della sorte, il terrorismo è diventato un'arma nelle mani dello Stato perché con esso cominciano e finiscono molte delle tecnologie che cambieranno o "faranno evolvere" la nostra società civile. Nasce così il monopolio delle società di informatica e dei centri di ricerca privati, spesso sponsorizzati dalle fondazioni bancarie, che avranno così il monopolio nella gestione di gigantesche banche dati di informazioni sensibili. Lo Stato rappresenta qui un semplice concessionario di un servizio pubblico, ma il potere sui database è racchiuso tutto nelle mani dei privati, che saranno così i controllori e i controllati di un sistema complesso: se lo Stato non avrà il potere di gestirlo, chi controllerà mai le omissioni o gli abusi dell'utilizzo dei dati? E' chiaramente un crimine invisibile, perché ormai fuori dalla portata del controllo dello Stato.
Propongono dunque stupefacenti innovazioni, facendoci credere che stanno lavorando per noi, quando in realtà tutto questo darà inizio alla cd. usura informatica, catapultandoci in una nuova era in cui vi sarà la legga della disumanizzazzione, della cybernetica e dell'elettronica, in cui il mondo del lavoro sarà accessibile solo se si saprà utilizzare un software. Oggi i politici e il Parlamento sottoscrivono così degli atti irresponsabili, perché monopolizzano,giorno dopo giorno, mercati e informazioni, non creando una rete bensì un monopolio, un settarismo all'interno dei sistemi elettronici che manipolano i cittadini tramite i forum. Vi è un'amministrazione invisibile, dove gli uffici di E-bay, di Google o di Skype sono i prototipi delle Istituzioni del futuro: non esisteranno più luoghi fisici, bensì computer che custodiranno la nostra giustizia, le informazioni delle nostre transazioni informatiche, e noi non saremo cittadini ma degli utenti con un codice di identificazione.