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21 novembre 2007

Il gigante russo che spaventa l'Europa


Il Governo russo annuncia che sarà pronto a vendere petrolio greggio a fronte di rubli, entro i prossimi cinque anni, termine stabilito dal Ministro delle Finanze Alexei Kudrin come momento in cui l'economia russa sarà in grado di garantire la stabilità della moneta, del commercio estero e della crescita interna. Tale obiettivo è stato stabilito ormai da tempo dalla Russia che vuole proporsi come punto di riferimento nel mercato petrolifero, dinanzi all'indebolimento della valuta americana, individuato come una delle cause principali dell'aumento esponenziale del prezzo del petrolio. Il rublo, secondo lo stesso governo russo, si è dimostrato nel medio e lungo periodo una moneta stabile, resistendo senza molte difficoltà alle forti oscillazioni sui mercati internazionali valutari e finanziari.
Dunque, il raggiungimento di un equilibrio economico del mercato russo, e così l'affermazione del rublo come moneta forte e pregiata, rappresenta una delle tappe fondamentali nel progetto di costruzione di una borsa del petrolio e di materie prime come polo di riferimento dell'Asia Centrale, nonché di un progressivo ravvicinamento del mercato russo a quello occidentale. Per prepararsi a tale futuro scenario la Russia ha già iniziato a stringere importanti collaborazioni con le società di gestione delle borse occidentali, che dovranno portare alla costruzione dell'infrastruttura telematica ed informatica del mercato borsistico, oltre che quello interbancario. Nel cantiere delle grandi banche russe vi è la realizzazione dei sistemi di clearing, le cosiddette stanze di compensazione, e così l'intera rete che farà da infrastruttura portante per la modernizzazione dell'intero mercato finanziario e valutario della Russia. Rappresenta questa un'importante frontiera da raggiungere, per arrivare così a conquistare non più territori ma mercati, non nazioni ma società e banche utilizzando gli stessi meccanismi invisibili utilizzati dagli operatori occidentali.
Basti pensare al recente annuncio che la Merrill Lynch, società finanziaria e di consulenza nel settore delle infrastrutture telematiche borsistiche, ha acquistato il 10% del Trust Banking Group russo. Tale operazione dimostra essenzialmente due fatti molto importanti, ossia che il mercato russo è divenuto ormai un'emergente meta di investimenti, e che gli operatori occidentali cercano nella Russia un sostegno dopo aver subito pesanti perdite in seguito alla speculazione dei subprime e dei collaterali. Secondo quanto trasmesso dall'Agenzia russa Interfax, Merrill Lynch ha ottenuto la licenza per operare all'interno del mercato russo come intermediario nonché come investitore finanziario, prestando così a Banche e società russe il suo servizio in qualità di consulente e di operatore dei mercati borsisti internazionali, con il progetto di lungo termine di proporsi come secondo operatore americano in Russia, dopo la Morgan Stanley.

Le interessanti prospettive di sviluppo, che potranno così salvare i grandi gruppi di investimento , sono state in un certo modo intraviste da molti osservatori europei, che stanno ora monitorando l'evoluzione non solo politica, ma anche economica dell'Europa in vista della crisi energetica e inflazionista. Infatti, l'allargamento della Comunità Europea ai nuovi Paesi si è rivelata una strategia di lungo termine poco efficace sulla crescita del blocco occidentale. Se da una parte l'adesione di nuove economie alla Comunità Europea ha consentito di ampliare il potere d'acquisto all'interno dello stesso mercato unico, dall'altra ha portato con sé gravi problemi di adattamento oltre che un impatto negativo sugli altri Stati. Paesi come Romania, Bulgaria e Polonia si sono rivelati incapaci di sopportare il costo della vita occidentale, in quanto costituiscono dei mercati poveri, con un basso potere di acquisto e una grande massa di lavoratori disoccupati pronti così ad invadere le economie più ricche. La vera grande alternativa e la soluzione finale per rendere la Comunità Europea indipendente - e forte al punto tale da poter gareggiare con Paesi come Stati Uniti, Cina, India e Giappone - potrebbe essere proprio l'ingresso della Russia. Ha un'economia forte, ricca, con un sistema bancario molto efficiente e ben organizzato; basti pensare al salto di qualità che la Gazprombank ha fatto negli ultimi anni, consolidando i suoi assets bancari in maniera tale da consentirgli di tentare una scalata verso i più grandi gruppi europei. Nessuno comprende come mai la Comunità Europea non si sia seriamente adoperata per accogliere la Russia, considerando che apporterebbe al mercato europeo circa 250.000.000 di nuovi consumatori, gran parte dei quali con un elevato reddito pro capite, oltre alla ricchezza delle materie prime, sfruttate solo al 30% del loro potenziale. La Russia presenta al momento un sistema amministrativo e politico depurato dalle influenze dei faccendieri degli anni novanta, che si sono arricchiti in maniera esorbitante, svendendo ai poteri forti una grande fetta di tesoro russo. Chiunque sia riuscito nel tempo ad entrare nel mercato russo si è arricchito : un dato questo che ha sensibilmente irritato e preoccupato le lobbies occidentali. La Russia infatti sta pian piano tornando agli antichi albori, con il vantaggio di aver rafforzato la sua struttura finanziaria, anche dal punto di vista infrastrutturale e amministrativo, conquistando così un posto di primo piano nel mondo. Per tale motivo, l'ingresso della Russia in Europa, per quando inevitabile, viene ritardata quanto più possibile dai gruppi di poteri che ora controllano la Commissione Europa. Oggi la Comunità Europea, nonostante abbia una delle monete più forti presenti sul mercato monetario, non ha alcun potere decisionale sui mercati Finanziari Internazionali, e non riesce a sostenere una seria politica di integrazione di una nazione come la Russia.
Non è da escludere, tuttavia, che l'attuale evoluzione delle trattative diplomatiche degli Stati per la stesura di un Trattato semplificato, e non più di una Costituzione, porterà all'ingresso di un numero sempre più elevato di Paesi. Molti dei nuovi candidati accetteranno di aderire all'Europa solo con condizioni sempre più flessibili, stringendo di volta in volta compromessi sempre diversi. In tutto questo può inserirsi la Russia, che, facendo confluire su di sé la dissidenza europea, potrebbe divenire l'ago della bilancia dei poteri, con un nuovo bipolarismo che andrà a riscrivere le cartine geografiche a livello virtuale. Il mercato europeo potrebbe essere da lei controllato sia in maniera diretta, accettando la ratifica del Trattato semplificato e posizionando i suoi uomini di fiducia all'interno della Commissione Europea, sia in maniera indiretta manipolando dall'esterno i Paesi che sono a lei vicina come la Serbia, l'Ucraina o la Bielorussia, e inserendo i rappresentanti delle sue società tra i componenti delle comitati di consultazione delle più alte Istituzioni Europee.