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11 marzo 2008

Dollaro: inflazione e scomparsa dell'oro


Il prezzo del petrolio supera il limite dei 108 dollari al barile sulla Borsa di New York, mentre il dollaro tocca il suo minimo storico. Secondo molti analisti, stiamo infatti assistendo ad un'opera di "sciacallaggio" che costringe intere economie, e così singoli consumatori e investitori a pagare il prezzo della speculazione, divenendo delle vacche da mungere fin quando il tenore di vita si avvicinerà ad un livello di sostenibilità di poco superiore alla sussistenza.

Il deprezzamento del petrolio aumenta in maniera incessante, grazie anche alle pressioni dei fondi speculativi sul mercato. L'Organizzazione dei Paesi esportatori di petrolio, dal canto loro, non accennano a modificare le loro politiche di produzione, ritenendo che il mercato si è discostato troppo dalla realtà di offerta e domanda, tale che i prezzi proposti non possono essere considerati reali, ma il risultato di speculazioni e svalutazioni indotte per aumentare la domanda di dollari, e sostenere così l'economia statunitense. Infatti, quella che può essere considerata indifferenza degli investitori nei confronti della recessione negli Stati Uniti, è in realtà una chiara manovra per spingere gli Stati e singoli investitori a richiedere sempre maggiori quantità di dollari, in maniera tale da accelerare la velocità dello scambio della moneta ed eludere così la svalutazione.

Secondo molti analisti, stiamo infatti assistendo ad un'opera di "sciacallaggio" che costringe intere economie, e così singoli consumatori e investitori a pagare il prezzo della speculazione, divenendo delle vacche da mungere fin quando il tenore di vita si avvicinerà ad livello di sostenibilità di poco superiore alla sussistenza. La svalutazione del dollaro permetterà infatti agli Stati Uniti di eliminare gradualmente il suo debito estero mediante la progressiva svalutazione, di sottoscrivere oggi nei confronti dei creditori esteri obbligazioni non-consolidate che hanno alla base una moneta svalutata - e che dunque in futuro varranno meno - e infine di rendere i prodotti statunitensi più competitivi sul mercato globale. Allo stesso tempo, per consentire al sistema di assorbire la crisi, assisteremo ad una nuova guerra, ad una lotta perpetua per il controllo delle risorse naturali, ad una spesa militare sempre maggiore che sarà il settore trainante dell'economia industriale, e ad una disgregazione del tessuto imprenditoriale di medie dimensioni.

Il sistema economico così sta andando sempre più verso la stagnazione a causa della mancata circolazione di denaro, che non consente la rigenerazione delle attività, dei debiti e dei crediti, ma porta al consolidamento di un debito perpetuo. Dal canto loro, le Istituzioni monetarie stanno sostenendo questa situazione di "inflazione" indotta che blocca lo scambio di moneta, in modo da consentire ai grandi aggregati di rientrare all'interno delle statistiche nel lungo periodo, e superare così la grande recessione degli Stati Uniti. Infatti, questa situazione di insostenibilità del tenore di vita che avvertiamo, non è solo frutto del deterioramento del sistema capitalistico - un'agonia che si perpetua ormai da anni - ma è anche il risultato di una politica monetaria pianificata. Da tempo ormai la Federal Reserve, come pure la Banca Centrale Europea, stanno attuando una serie di provvedimenti che vanno a prosciugare i mercati reali della loro moneta, per far confluire la liquidità nei circuiti bancari, mediante i quali è possibile controllare il mercato monetario proprio mediante i grandi capitali che vengono accumulati. Non a caso il mezzo di pagamento più utilizzato è divenuta la "moneta bancaria", grazie anche all'aumento del debito al consumo, alle leggi anti-riciclaggio e alla diffusione delle carte di credito, che rendono "il contante" uno strumento "illegale".

Allo stesso tempo, le Banche Centrali alterano il mercato monetario, manipolando le loro riserve d'oro . È dagli Stati Uniti che arriva l'allarme da parte del GATA, Gold Anti-Trust Action Committee, che denuncia la "scomparsa" di circa la metà delle riserve d'oro. In altre parole, il Gata avverte che le Banche Centrali possiedono meno quantità d'oro che dichiarano di possedere a garanzia dell'emissione di moneta. In particolare, è stato rilevato che la Federal Reserve e il Tesoro degli Stati Uniti stanno manipolando clandestinamente la riserva d'oro della nazione sottoscrivendo contratti di vendita e di prestito d'oro che molto probabilmente non sarà mai restituito. Secondo le ultime rilevazioni, le riserve delle Banche Centrali si attestavano intorno alle 30,000 tonnellate d'oro, ed attualmente la quantità realmente presente non può essere superiore alle 15,000 tonnellate, cosicché la parte restante è stata letteralmente trafugata. Viene così ignorato l'Accordo di Washington del 1999 in base al quale la BCE e la Federal Reserve si impegnavano a limitare l'ammontare delle loro vendite d' oro a 400 tonnellate per anno e a non espandere le loro operazioni di leasing durante i cinque anni dell'accordo. Si tratta di operazioni che prevedono l'affitto dei lingotti d'oro della banca centrale ad una centrale di deposito dell'oro, ad una percentuale nominale di interesse tipicamente dell'1%. In particolare oggi la gran parte dell'oro viene scambiato dal London Bullion Market Association, che rappresenta una vera e propria stanza di compensazione per le transazioni di oro e metalli preziosi. Il London Bullion Market Association utilizza sopratutto oro delle Banche Centrali per emettere futures e derivati sulla base dei lingotti presi in prestito. Al momento esiste sul mercato finanziario una grandissima varietà di derivati denominati in oro, incluse le operazioni con le quali banche centrali scambiano e affittano la loro riserva d'oro. I problemi maggiori si sono avuti quando il prezzo dell'oro è aumentato drasticamente, raggiungendo gli attuali $900 all'oncia: le Banche hanno preferito utilizzare l'oro preso in prestito dalle Banche Centrali, ottenuto ad un prezzo minimo, per scambiarlo poi ad un prezzo molto più elevato di quello pagato per il leasing iniziale. Il risultato di tale pratica - utilizzata soprattutto dalle Banche statunitensi del London Bullion Market Association, quali la Bear Stearns Forex Inc., Goldman Sachs International, JP Morgan Chase Bank, Bank of America, Citibank, Merrill Lynch e Morgan Stanley - ha portato alla lenta scomparsa dell'oro delle Banche centrali Nazionali a causa della mancata restituzione delle quantità d'oro prese in prestito.

La denuncia del GATA è molto grave e rappresenta, in realtà, solo una parte della grande truffa che la Federal Reserve e il Tesoro degli Stati Uniti stanno orchestrando, per sostenere in maniera artificiale il mercato finanziario e monetario. Non è da escludere infatti che le autorità americane abbiano utilizzato parte dell'oro in riserva per porre in essere speculazioni ed emettere titoli collaterali necessari a finanziare la spesa sociale e gli investimenti esteri. Al momento circolano sul mercato finanziario titoli denominati per miliardi di dollari, emessi sulla base di meccanismi non trasparenti, al di sopra dei limiti stabiliti dalla legge. È ormai quasi impossibile oggi stimare la quantità di denaro presente sul mercato che sia riconducibile ai collaterali e ai derivati posti in essere tramite operazioni non trasparenti, con il solo scopo di manipolare il mercato monetario.