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17 aprile 2008

Monetica: assegni non trasferibili e tracciati


Dal prossimo 30 aprile gli assegni con un importo superiore ai 5000€ recheranno la clausola di non trasferibilità, mentre quelli con importo inferiore a tale somma limite saranno liberamente trasferibili, a condizione che ogni girata sia accompagnata dal codice fiscale del girante. Queste le novità che rivoluzioneranno il sistema di circolazione di titoli di credito e della moneta, utilizzando il controllo anti-riciclaggio come scusa per instaurare un sistema monetario totalmente elettronico.

A partire dal 30 Aprile diventeranno effettivi i limiti all'uso di assegni e contanti mettendo sotto rigida osservazione la circolazione del denaro all’interno del circuito bancario. Restrizioni che sono state presentate dal legislatore come norme necessarie ad attuare un controllo anti-riciclaggio delle transazioni, e a garantire maggiore trasparenza. In realtà, ciò che verrà attuato è un primo passo verso l’instaurazione di un sistema monetario totalmente elettronico, che utilizza il circuito bancario come unico canale di emissione e di tracciamento della moneta. Non a caso, infatti, le disposizioni sono volte innanzitutto a scoraggiare l’utilizzo degli assegni mediante girata, e dunque come se fosse contante, privilegiando invece il pagamento attraverso il circuito bancario stesso.
La circolare del ministero dell'Economia n.49 del 17/03/2007, che chiarisce le regole di approvazione del decreto legislativo 231/2007, spiega come il sistema di circolazione di moneta e di titoli al portatore verrà completamente rivoluzionato. Innanzitutto, gli assegni pari o superiori ai 5000€ non potranno essere girati ad ulteriori destinatari indicati dal traente, in quanto presenteranno la clausola di non trasferibilità e l'indicazione di un solo beneficiario, per tale motivo il carnet di assegni nascerà come "non trasferibile". Potranno superare la soglia dei 5000€, senza dunque l’indicazione di assegno "non trasferibile", quelli emessi all'ordine del traente, che potranno essere così negoziati. Viene dunque cancellato il vecchio limite "anti-riciclaggio" di 12.500€, ridotto in maniera vertiginosa ad una cifra molto modesta, in maniera tale da imporre un maggiore controllo anche sulle piccole transazioni, nonostante non vi sia alcun allarme "riciclaggio". Qualora avvenga una girata non consentita le banche o le Poste pagheranno l’assegno, ma dovranno comunicare al Ministero dell’Economia la relativa infrazione, che sarà così sanzionata ad una percentuale dall'1 al 40% dell'importo. Per quanto riguarda gli assegni "liberi", sempre superiori ai 5000€, occorrerà pagare un'imposta di bollo di 1,5 euro per modulo, una misura questa per evitare che venga eluso l’obbligo di non trasferibilità degli assegni.

Gli assegni emessi invece per una quantità inferiore ai 5000€ saranno liberamente trasferibili, a condizione che ogni girata sia accompagnata dal codice fiscale del girante, in mancanza del quale verrà invalidata la girata e tutte quelle successive. In tal caso sarà responsabile del pagamento dell’assegno l’ultimo girante che ha validamente indicato il suo codice fiscale. Per cui, se per gli assegni con importi superiori ai 5000€ vi sono delle restrizioni di trasferibilità, per quelli di minore entità il tracciamento ad personam è completo. Il titolo di credito recherà con sé non solo la storia della sua circolazione, ma anche l’identità fiscale del girante, in maniera da escludere la possibilità di girare l’assegno per tutti coloro che non hanno un codice fiscale, come per i cittadini stranieri o non residenti.
Un sistema, dunque, che oltre a tracciare in maniera quasi morbosa gli assegni, va a scoraggiare e disincentivare l’uso dei titoli di credito come moneta, rendere più difficile l'uso dell'assegno con la girata, come se fosse una cambiale, e dunque senza ricorrere alla propria banca. Ogni piccola transazione, per quanto irrisoria sia, dovrà avvenire sotto il controllo delle autorità monetarie e bancarie, al fine di imporre gradualmente l’uso della moneta elettronica, attraverso bancomat, carte di credito, bonifici elettronici. E' chiaro infatti che l'obiettivo non è fermare i reati di riciclaggio di denaro, che difficilmente si verificano per piccole somme o presso semplici sportelli bancari. Se veramente si volesse fermare i reati di riciclaggio di denaro, verrebbero imposti rigidi controlli nei confronti di Banche, paradisi fiscali, brokers e intermediari finanziari che utilizzano ingenti somme, spesso dall'origine e dalla destinazione sempre più incerta.
In ogni caso, questo tipo di provvedimento non ci sorprende eccessivamente, considerando che si tratta di una misura da tempo annunciata dal Governo italiano e dalla stessa Commissione Europea, che sta portando avanti ormai una crociata per l’adeguamento a livello europeo delle condizioni di pagamento per carte di credito e bonifici. Il passaggio definitivo alla moneta bancaria e l’armonizzazione delle condizioni bancarie sulle transazioni a livello europeo sono ormai delle tappe fondamentali affinchè l’Europa entri nella generazione della monetica. Con la scomparsa anche degli assegni, la moneta stessa perderà di significato, ogni scambio o regolamento sarà diretto da un sistema elettronico, che traccerà anche le identità di ogni individuo.