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15 luglio 2008

Scandalo del Turco: il marcio del sistema finanziario


Dopo lo scandalo dei derivati, i fallimenti dei mercati finanziari internazionali e i numerosi commissariamenti delle autorità locali, scoppia il caso delle tangenti nella sanità pubblica. Un tema molto delicato e controverso, che abbiamo già analizzando portando in rilievo i retroscena e gli aspetti più vicini al mondo dell’alta finanza. L’affare stavolta sembra essere così grave da scatenare quotidiani e giornali, che si sono spinti al punto da affermare che "siamo dinanzi ad una nuova tangentopoli". Il presidente della Regione Abruzzo, Ottaviano del Turco è stato arrestato, insieme a numerosi membri della giunta regionale e dell’Amministrazione pubblica che curava gli interessi finanziari della sanità della Regione. Gli imputati sono stati coinvolti in un'inchiesta della Guardia di Finanza su una sospetta cartolarizzazione di 1 miliardo di euro dei credeiti appartenenti alla sanità abruzzese, che ha portato inoltre alla movimentazione di oltre 14 milioni di euro tra i vari funzionari pubblici. Tra i reati contestati compaiono associazione per delinquere, riciclaggio, corruzione oltre a truffa aggravata, falsi, abuso d'ufficio.


Nell’occhio del ciclone la sanità pubblica, i cui crediti sono stati oggetto di una cartolarizzazione per centinaia di milioni di euro eseguita e monetizzata da Banche Internazionali. Da quello che è stato possibile leggere sui quotidiani nazionali o locali, risulterebbe che delle cartolarizzazioni dal valore di circa cento milioni di euro, siano stati monetizzate e liquidate grazie a delle autocertificazioni di comodo, che sarebbero state eseguite dallo studio legale Anello&Partners di Roma, anziché passare attraverso il vaglio e il consenso della Corte dei Conti. Ci chiediamo però come sia potuto accadere che una Banca abbia accettato di monetizzare una cartolarizzazione che è stata certificata da uno studio privato. Il punto cruciale per capire cosa sia accaduto, sta proprio nell'individuare quale banca ha fatto questo e per quale motivo. Il gioco infatti è molto semplice.
La Regione Abruzzo ha infatti deciso di cartolarizzare i suoi crediti, ossia di costituire un "fondo di investimento" che ha alla base i crediti vantati nei confronti di terzi, per poi emettere una serie di titoli o azioni, rappresentanti le quote del fondo costituito. Come si può notare, l’intero meccanismo viene costruito sul concetto di base che i crediti sono liquidi o liquidabili, tale che il rimborso del capitale prestato viene garantito proprio dal pagamento dei debiti sottostanti. In questo caso, il credito è stato certificato da un privato che ne avvalora la solvibilità, e la certificazione viene presentata presso una Banca d’Affari che accetta la cartolarizzazione pagando all’ente una percentuale del valore nominale dell’operazione. A quel punto, la Banca d’Affari, come in una vera e propria operazione di "sconto" titoli, diventa la proprietaria del credito e trasforma la cartolarizzazione in titoli denominati Bond, che verranno poi offerti ai propri investitori. Dopo molto tempo, tuttavia ci si accorge che i titoli bond sono infruttiferi, perché nel frattempo la magistratura ha scoperto la truffa. Tuttavia, chi perde i propri risparmi sono sempre i piccoli investitori, mentre le Banche e chi ha cartolarizzato guadagna sempre da quei fondi, in quanto i titoli stessi non potranno essere rintracciati, ormai dispersi in mille scatole cinesi su conti privati all’estero.

Come tutti gli addetti ai lavori sanno, in questi ultimi anni è stata cartolarizzata mezza Italia, a partire dal grande patrimonio del Ministero del Tesoro sino alla più piccola multiutilities, ma crediamo che sia giunto il momento di fare totale chiarezza su questo punto, prima che succeda un disastro totale. Questo circolo vizioso oramai esiste da anni e tutti sappiamo in quali condizioni sono le banche mondiali e quali buchi finanziari sono venuti alla luce in questi anni. Per individuare il marcio del sistema occorre infatti dirigersi verso le Banche, le quali sono il solo mezzo per ottenere soldi. Infatti la cartolarizzazione di beni o crediti di regioni, province e comuni , sono l'ennesima leva finanziaria che le banche usano per raccogliere fondi tra i risparmiatori, come già accaduto con i titoli subprime e i bond Argentini, in quanto su ogni fondo creato vengono emessi strumenti finanziari poi venduti sul mercato. I politici, gli imprenditori e i manager sono, in fin dei conti, lo strumento che viene sempre usato dai poteri forti, ma alla fine sono sempre le banche che tramutano "pezzi di carta" in denaro contante. Il gioco dello scandalo mediatico non serve a nulla, se non si ha il coraggio o la possibilità di entrare nel cuore del sistema, e fino a che nessuno scardinerà il potere bancario, e, di conseguenza, le grandi lobbies mondiali, il problema resterà sempre.
Tutte le corruzioni, tutti gli imbrogli, tutti gli intrecci hanno un solo padrone : il potere finanziario, che non sono le banche, ma chi controlla i flussi finanziari e le materie prime. Dello scandalo della Fira, e del coinvolgimento di Ottaviano del Turco e dell'ex Governatore della Regione Abruzzo di centro-destra, si sapeva fin dal 2005. Con questo non vogliamo attaccare la magistratura come istituzione, pur essendo asservita ai poteri forti, ma è sostanzialmente un attacco ad un sistema politico profondamente sbagliato che garantisce troppa libertà ai magistrati. Purtroppo - e si intenda che non vogliamo cadere in vecchi luoghi comuni di propaganda - la magistratura opera al servizio di determinati centri di interesse, mercificando la giustizia con laute parcelle, e rispondendo all’ordine ben preciso di creare un'altra tangentopoli. Sono state queste le parole del caro Di Pietro, che non ha perso occasione per ricominciare la sua grande campagna di criminalizzazione della politica, ben sapendo che ormai egli stesso è divenuto un importante anello del sistema.

Oggi si parla di cartolarizzazione, ieri si parlava di subprime o di bond argentini, e poi di valuta irachena piuttosto che di valuta coreana. Ottaviano del Turco è solo un piccolo tassello del sistema, e non è il solo criminale: dopo di lui ne arriverà un altro, e un altro ancora che si presterà al gioco di potere, e il processo di corruzione continuerà imperterrito. Sono anni che ormai assistiamo a grandi scandali, e tutto si trasforma sempre in un grande scoop televisivo e poche indagini, per poi scomparire. I tribunali e i pubblici ministeri dovrebbero fare le loro indagini fino in fondo, attivando rogatorie internazionali e indagini incrociate. In questo caso, infatti, il più grande colpevole è proprio la banca che ha accettato la monetizzazione della cartolarizzazione certificata da uno studio privato, senza passare attraverso i canali istituzionali. Mentre dunque crolla il sistema sanitario pubblico, il sistema finanziario internazionale resta in piedi, perché completamente corrotto e sotto il controllo dei grandi poteri.