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25 settembre 2008

Che Paese è il nostro?

La sera del 18 settembre scorso sul litorale domizio sei giovani africani, Samuel, Awanga, Yulius, Eric, Cristopher e Alex, sono caduti sotto i colpi di un gruppo di fuoco della camorra. 130 colpi colpi tra kalashnikov e pistole di grosso calibro hanno portato alla ribalta questo territorio, in provincia di Caserta, dove si respira un drammatico disagio sociale.

Sono più di undicimila, tra regolari e clandestini, gli extracomunitari africani che risiedono nella zona ed enormi sono i problemi di convivenza con gli abitanti del luogo che hanno visto nel tempo, soprattutto per i grossi interessi della malavita organizzata, una zona a vocazione turistica trasformarsi nel regno del traffico di stupefacenti, della prostituzione, del lavoro nero. Un piccolo inferno dove il termine “legalità” è sconosciuto, una zona franca dell’illecito di ogni tipo. La strage nel comune di Castelvolturno è senz’altro un avvenimento gravissimo che trova le sue ragioni profonde nelle problematiche di quel territorio, ma, più in generale, risulta essere anche lo specchio di una situazione insostenibile che dovrebbe far riflettere su quanto, da troppi anni, avviene impunemente nella nazione considerata dai cultori della giurisprudenza la “patria del diritto”. Quello che fu il Belpaese, si è trasformato in una sorta di terra di nessuno dove, grazie ai benefici di una certa mentalità lassista, di una quantità enorme di leggi e leggine a cui si sommano sentenze d’ogni tipo, da quelle della Corte di Cassazione a quelle del Tar, ed alla cultura del condono indiscriminato, tutti si sentono autorizzati a fare quello che vogliono.

Che Paese è il nostro? Pretendiamo di essere esempio per gli altri ed in casa nostra non riusciamo a contrastare la mafia, la criminalità organizzata che spadroneggia nel territorio nazionale, a dotarci di leggi e procedure capaci di funzionare da deterrente efficace per tutta una serie di delitti diffusissimi e odiosi, come il racket, l’usura, lo stupro, lo scippo, la truffa ai danni di vecchi soli in casa, il raggiro di consumatori e risparmiatori su larga scala. Un paese dove la complicità tra certe organizzazioni malavitose e alcune frange della pubblica amministrazione è, quanto meno, tollerata ed i personaggi che si macchiano di questa infamante accusa continuano imperterriti a conservare il proprio posto al sole, dove anche smaltire i rifiuti da noi stessi prodotti si trasforma in una guerra epocale. L’unica cosa che si riesce ad escogitare è prendere atto delle varie emergenze ed inviare, come nel caso di Castelvolturno, l’esercito per controllare il territorio. Tra non molto chiederemo anche l’intervento dei caschi blu dell’Onu per garantirci la pace! No, non è così che riusciremo ad uscire dal tunnel buio in cui ci siamo cacciati, non è plaudendo alle scellerate decisioni di questo e di quel governo, ai provvedimenti tampone che, come da prassi consolidata, gestiscono ma non risolvono i problemi, che riusciremo a riscattare la nostra dignità di popolo.

Nando de Angelis
Rinascita Campania