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23 ottobre 2008

Russia: la crisi finanziaria per intaccare le oligarchie


Il sistema finanziario russo traballa. Banche e grandi società perdono la maggior parte della propria ricchezza, e persino il gigante incontrastato Gazprom ha dovuto piegarsi. Le azioni delle società russe sono cadute di oltre il 70%, andando ad intaccare la ricchezza di 25 dei grandi miliardari russi per oltre 230 miliardi di dollari. Mosca risponde alla crisi emanando massicci provvedimenti di urgenze ed iniettando risorse finanziarie a sostegno del sistema economico.

Il panico della crisi globale si avvicina sempre più all’emisfero orientale e, dopo aver toccato Romania e Ucraina, giunge in Russia. I primi sentori si erano già avuti con l’improvviso crollo del prezzo del petrolio che aveva creato i primi scompensi nei bilanci delle società energetiche, ma sono stati solo effetti di rimbalzo di una instabilità sistemica ben più radicata, che scaturisce da speculazioni e dalla creazione fittizia di capitale, che ha arricchito in poco tempo le vecchie oligarchie russe. La crisi finanziaria non sembra tuttavia preoccupare più di tanto i russi, definendo tale instabilità una semplice conseguenza della crisi mondiale e "un fenomeno momentaneo", come fa notare il quotidiano Kommersant. Non si escludono, però, ripercussioni sull’economia reale, come nei settori produttivi, nell’edilizia e nelle costruzioni, con inevitabili svalutazioni dei beni immobili e di attività sino a d oggi sovrastimanti. La banca centrale russa prevede, inoltre un deterioramento delle condizioni esterne dello sviluppo economico del Paese per il prossimo biennio 2009-2011, come causa del rallentamento dell’economia globale.
"Nonostante il loro aumento nel 2010-2011, i ritmi di crescita dell'economia mondiale si riveleranno inferiori a quelli registrati nel 2006-2008. L'inflazione nel gruppo dei principali paesi fornitori di merci alla Russia continuerà ad abbassarsi nel 2010-2011". Questa la previsione delle Istituzioni finanziarie del Cremlino, secondo cui la diminuzione della produzione di merci e di servizi della Russia, secondo il documento trasmesso dalla Banca centrale, deriverà proprio dalla contrazione della domanda al consumo dei principali paesi importatori di merci russe, dalla successiva diminuzione dell'aumento dei prezzi al consumo per i principali paesi esportatori di merci verso la Russia, dalla riduzione dei prezzi delle materie prime, condizionata dalle tendenze attuali dell'economia mondiale.

Nei fatti, anche la Russia sta attraversando un periodo di crisi sistemica che non va certo sottovalutato, né va ricondotto semplicemente al caos globale scatenato dai Paesi Occidentali. Il sistema finanziario russo traballa, banche e grandi società perdono la maggior parte della propria ricchezza, e persino il gigante incontrastato Gazprom ha visto ridursi il proprio capitale di oltre 100 milioni di dollari, aprendo così una breccia nel suo bilancio economico. Il colosso russo costa oggi 3 volte in meno rispetto al picco raggiunto nel maggio di quest'anno, quando era valutato per 360 miliardi di dollari, mentre il suo valore, in base alle quotazioni della scorsa settimana, è pari a 95,9 miliardi di dollari. Inoltre le azioni delle società russe sono cadute di oltre il 70%, andando ad intaccare la ricchezza di 25 dei grandi miliardari russi per oltre 230 miliardi di dollari, scomparsi nei recenti tracolli delle borse occidentali e delle quotazioni delle società russe. Mosca a questo punto subito risponde alla crisi emanando massicci provvedimenti di urgenza.
La Banca Centrale russa non ha battuto ciglio nell'accordare alle banche una linea di credito di circa 387,727 miliardi di rubli su un limite di 700 miliardi, secondo le prime stime dei crediti senza garanzia. Di tale "scoperto" hanno beneficiato più di 809 banche russe, che, nella giornata di lunedì hanno avuto accesso a crediti senza garanzie per oltre 383 miliardi di rubli (quasi 11 miliardi di euro), come affermato dal Vice Premier russo Igor Chouvalov precisando che si può prevedere che in futuro un maggior numero di Banche chieda di aver accesso ai crediti di Stato. "Lo Stato protegge la Russia contro l'impatto della crisi finanziaria mondiale", afferma il Presidente della Duma Boris Gryzlov in occasione di una seduta straordinaria sulla stabilità economica in Russia, che dovrà esaminare in seconda lettura gli emendamenti al bilancio del 2008, che prevedono in particolare lo sblocco di 75 miliardi di rubli (2 miliardi di euro) da parte della Banca Centrale per sostenere il sistema finanziario russo, e di 60 miliardi di rubli (1,7 miliardo di euro) dal bilancio dell’Agenzia per il credito ipotecario, mentre 200 miliardi di rubli (5,7 miliardi di euro) saranno assegnati all'agenzia d'assicurazione dei depositi bancari per risanare il sistema bancario. Il progetto di legge autorizza anche il governo ad utilizzare 175 miliardi di rubli (5 miliardi di euro), previsti nel progetto di bilancio per l'anno 2009, per sostenere il mercato finanziario e l'economia russia.

Tuttavia, iniettando risorse finanziarie nelle banche private, il Cremlino può aumentare la sua influenza all’interno delle grandi imprese e dei settori strategici della nazione. Infatti, secondo gli esperti, l’élite industriale russa - composta dalle vecchie oligarchie ritiratesi a vita privata - ha ora bisogno di liquidità per rimborsare i propri crediti e questo potrebbe indurre molti di essi a dismettere parte delle proprie ricchezze. Non è da escludere che la crisi decreterà, dunque, il successivo rafforzamento del ruolo dello Stato, che potrebbe entrare in possesso di quelle risorse naturali ed economiche rimaste nelle mani di vecchi centri di potere. Per tale motivo si potrebbe venire a configurare per la Russia una situazione completamente diversa rispetto ai Paesi occidentali in crisi, avendo una struttura interna che tende ad accentrare il controllo delle risorse nelle mani dello Stato, tale che interessi economici e linea politica tendono a coincidere.
Si potrebbe venire a creare una nuova "redistribuzione" della ricchezza a favore dello Stato, che da tempo sta premendo per sfaldare il sistema degli oligarchi in contrasto con la politica di Putin, intaccando di volta in volta parte dei loro patrimoni con scandali pilotati ed improvvise retate della polizia finanziaria. La "Madre Russia" ormai agisce e ragiona come una forte multinazionale economica, giocando sulla manipolazione degli eventi e dei diversi attori che di volta in volta compaiono sulla scena. Quelle oligarchie che, fino a poco tempo fa, hanno servito gli interessi del Cremlino per ricostruire la Russia nei suoi antichi sfarzi, oggi verranno ulteriormente sfruttati per imporre un nuovo ordine interno.