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03 febbraio 2009

Nabucco e South Stream: nessuna concorrenza ma un costante monopolio


Mentre Gazprom annuncia l'espansione del flusso instradato del South Stream, l'UE consacra il gasdotto europeo Nabucco come progetto portante nelle politiche di diversificazione dell’Europa. In realtà i progressi del progetto sono molto modesti, tale che si sta facendo strada la possibilità di una cooperazione con la Russia, che diventerebbe ufficialmente monopolista del mercato europeo. Nei fatti lo è già, vista l'inesistenza di reali alternative.

Come cornice dell’incontro interministeriale di Budapest che ha consacrato il gasdotto europeo Nabucco come progetto portante nelle politiche di diversificazione dell’Europa, la russa Gazprom ha rilanciato l’offerta annunciando l'espansione del flusso instradato del South Stream. Il progetto prevedeva inizialmente un gettito di 31 miliardi di metri cubi di gas verso Bulgaria, Serbia, Ungheria, Italia e Grecia, con un aumento di ulteriori 16 miliardi. "Stiamo pianificando la costruzione del Nord Stream, che avrà una capacità di 55 miliardi di metri cubi, e del Sud Stream, con 31 miliardi di metri cubi di flusso, tuttavia quest'ultimo potrebbe essere potenziato con ulteriori 16 miliardi di metri cubi", afferma Medvedev in un'intervista per RT, spiegando che, in relazione alla domanda esistente, aumentare la potenzialità del gasdotto rappresenta una scelta obbligata, nonché conveniente. Allo stesso tempo l'UE annuncia che investirà 3,5 miliardi di euro nel settore energetico nel 2009-2010, di cui 1,75 miliardi di euro saranno destinati ai progetti di collegamento dell'energia elettrica e gas per i Paesi dell'UE, 1,25 miliardi di euro saranno investiti in infrastrutture di stoccaggio e di consegna idrocarburi, 500 milioni di euro per istituire un sistema di turbine eoliche in mare, ed infine 250 milioni di euro sono destinati al progetto del gasdotto "Nabucco" che, attraverso il Mar Caspio, trasporterà gas naturale verso l'Europa bypassando la Russia.

Questa la decisione presa in occasione della Conferenza ministeriale di Budapest, riunita su iniziativa ungherese alla presenza delle delegazioni dei diversi Paesi dell'Unione Europea e delle istituzioni finanziarie regionali, durante la quale è approvata una dichiarazione congiunta con la quale s'impegnano a sostenere il gasdotto trans-europeo. La Turchia e la Commissione Europea hanno proposto la creazione di un'entità per lo sviluppo della regione del Caspio (Caspian Development Corporation), nonchè l'organizzazione di una conferenza in Turkmenistan, mentre nel primo semestre del 2009 verrà ratificato il definitivo accordo intergovernativo. Il gasdotto, che avrà una capacità di 27-31 miliardi di m3 all'anno e una lunghezza di 3300 km, collegherà la città turca di Erzurum a Baumgarten, in Austria, attraverso la Bulgaria, Romania e Ungheria, per un costo totale stimato di circa 7,9 miliardi di euro. La sua tratta sembra ormai definita, anche se restano da definire i Paesi di approvvigionamento, considerando che se l'Azerbaigian non può mettere molte risorse a disposizione dell’Europa, il Turkmenistan è troppo lontano, mentre l'Iran è un partner ancora molto ostile per Bruxelles nonostante abbia le risorse necessarie, mentre Iraq ed Egitto sono probabilità molto lontane. In particolare l'Azerbaigian, pur essendo uno dei fornitori di gas più quotati, non è ancora pronto a dare garanzie certe, dinanzi all’assenza di un’offerta sicura da parte degli europei, e un progetto già in atto con Gazprom. È infatti noto che il capo della holding russa, Alexei Miller, ha proposto nel giugno 2008 ad Ilkham Aliyev di vendere il gas prodotto nella seconda fase del progetto Chakh-Deniz. In particolare, Gazprom che si è detta pronta a pagare un prezzo a Baku in funzione della formula legata ai contratti ottenuti con la parte europea, con la detrazione delle spese di trasporto, di commercializzazione e un ragionevole livello di guadagno per i russi.

Oltre alle evidenti difficoltà interne all’organizzazione stessa del Nabucco, gli analisti hanno ripetutamente sottolineato che, data la capacità stimata del Nabucco (31 miliardi di m3 all'anno), il gasdotto non eserciterà alcuna influenza rilevante sul consumo di gas in Europa ( che è pari a 700-800 miliardi di m3 all'anno), pur essendo considerato dalla Comunità Europea come un reale antagonista dei progetti russi del Nord Stream e South Stream, in quanto potrebbe creare "un precedente favorevole" per progetti simili successivi. Questa l’opinione di Alexandre Chatilov, del Centro di Congiuntura politica, il quale stima che l'Europa chiaramente dipenderà dalla Russia e dagli imprevisti che derivano da questo rapporto univoco, mentre d'altro canto lo stesso progetto Nabucco ha notevoli rischi, connessi ai grandi investimenti richiesti, all'aumento del numero di Paesi di transito, che possono in tirarsi indietro in qualsiasi momento, e agli stessi partner di approvvigionamento. Inoltre la diversificazione delle rotte di approvvigionamento di gas non può risolvere il problema: il Nord Stream (attraverso il Mar Baltico) e il South Stream (attraverso il Mar Nero) può sostituire in parte le inefficienze derivanti dall’Ucraina, ma mantengono la dipendenza dalla Russia, in quanto produttore, fornitore, trasportatore e distributore.

Come osservato dal quotidiano Kommersant, il Nabucco certamente ha un ruolo nella diversificazione delle fonti di importazione di gas, ma non delle rotte di approvvigionamento che sono state tracciate da tempo, a fronte di ruolo modesto ma importante di Kazakistan, Turkmenistan, Iran e Azerbaigian, e degli investimenti nelle infrastrutture per gli impianti di gas naturale liquefatto. Lo stesso quotidiano considera come il destino del Nabucco è legato al deficit di gas in Russia che potrà venirsi a creare negli anni. Stando alle stime di Gazprom, le quantità prodotte l'anno scorso erano poco meno di 90 miliardi di m3, con una riduzione progressiva di 60 miliardi di m3 entro il 2010, e di 470 miliardi di m3 nel 2030; senza considerare poi che i nuovi grandi progetti saranno avviati dopo il 2011, mentre i volumi di estrazione di Iamal sarà inizialmente molto limitata, e la maggior parte del gas naturale liquefatto del Chtokman sarà disponibile tra il 2015-2018. In breve - conclude il Kommersant - le prospettive di esportazioni di gas russo e la volontà di diversificare le fonti di importazioni di combustibile potrebbero scongiurare la morte del progetto Nabucco, anche se Gazprom facesse tutto il possibile per sabotare tali progetti con i suoi due gasdotti marittimi che vanno a deviare l'Ucraina e la Bielorussia.

Ad ogni modo la Commissione europea non ostacolerà gli investimenti da parte dei Paesi partners del progetto di gasdotto South Stream, che dovrebbe collegare la Russia all'Europa meridionale, come libera iniziativa dei singoli governi in cui l’Europa non intende interferire. Al contrario, in alcuni casi sono giunte alla Commissione il chiaro invito a sostenere i gasdotti russi, come ad esempio il Nord Stream, definito come le nuova rotta diretta tra Vyborg (Russia) e Greifswald (Germania) attraverso il Mar Baltico, per l'esportazione di gas russo verso l'Europa , soprattutto per il mercato tedesco, britannico, olandese, francese e danese, andando a bypassare i tradizionali paesi di transito. Allo stesso tempo, si fa sempre più strada la possibilità che il Parlamento Europeo prenda in considerazione l'idea di chiedere la partecipazione di Mosca al progetto di costruzione del gasdotto Nabucco, al fine di evitare ogni tipo di concorrenza tra i due gasdotti. Dinanzi ai modesti progressi del progetto europeo, gli europarlamentari potrebbero ampliare la gamma dei fornitori potenziali, dato che non vi è alcuna certezza che i partner del Mar Caspio aderiscano nel breve termine assicurando le risorse necessarie per il gasdotto. Così il Parlamento Europeo si augura che il "Nabucco sarà realizzato in cooperazione con la Russia al fine di evitare una dannosa concorrenza tra le due controparti", si legge nella relazione presentata dall’europarlamentare Anne Laperrouze. L’analisi portata avanti dal deputato ribadisce la tesi che "le relazioni tra l'UE e la Russia dovrebbero essere basate sulla interdipendenza reciproca", essendo Gazprom il "fornitore del 42 per cento del gas europeo, e il 100 per cento delle importazioni di gas in Polonia, la Finlandia e gli Stati del Mar Baltico", per cui l’Europa ha maggiori possibilità di completare il suo progetto se anche Mosca venga coinvolta. Un’amara constatazione per un gasdotto che dovrebbe garantire l’indipendenza dal gas russo, che giunge a pochi giorni dall’annuncio dell’ulteriore potenziamento delle rotte del South Stream e l’adesione allo stesso di tre membri del consorzio Nabucco, quali la OMV, la MOL e la Bulgargaz. Inoltre i Governi di Germania, Francia e Italia, che hanno stretti legami con il Cremlino nonchè contratti a lungo termine con Gazprom, non sono molto convinti della necessità di costruire nuovi gasdotti per poi dipendere dagli approvvigionamenti della stessa entità .