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27 aprile 2009

Il lato oscuro dell'inganno del “dossier SIPA”


Il misterioso dossier dell'Agenzia di investigazione e sicurezza della Bosnia Erzegovina (SIPA) sul Premier della Republika Srpksa, Milorad Dodik, viene inaspettatamente pubblicato dai media bosniaci. Il reale annuncio dei contenuti del rapporto viene dalla TV BN, inducendo così i veri fautori dello scandalo a rendere pubblico il rapporto, per sottrarre ai serbi la possibilità di mettere fine alle pressioni nei confronti del Governo della RS. Nei fatti, questa relazione non è supportata da nessuna indagine della Procura nè contiene prove consistenti per condannare Dodik.

Il misterioso dossier dell'Agenzia di investigazione e sicurezza della Bosnia Erzegovina (SIPA) sul Premier della Republika Srpksa, Milorad Dodik, viene inaspettatamente pubblicato dai media bosniaci. Dell'esistenza di tale relazione sui presunti reati di corruzione e associazione per delinquere commessi dal Premier Milorad Dodik e dai suoi collaboratori, è stato speculato dagli inquirenti e dai media per molto tempo, senza tuttavia spiegare in dettaglio i suoi contenuti. Ad un certo punto erano sorti dei fondati dubbi persino sulla consegna o meno di una reale denuncia a carico del Premier della RS presso la Procura della Bosnia Erzegovina. La situazione sembra sia giunta ad una svolta con un servizio di Zeljko Raljic(nella foto), presso la televisione BN (andato in onda con il telegiornale del giovedì sera), che ha annunciato di essere in possesso del rapporto SIPA. Pubblicamente vengono riportati nel servizio i primi contenuti di tale rapporto, con le cifre in riferimento alle violazioni del bilancio pubblico, nonché i nomi delle persone coinvolte. Il reportage della BN-TV descrive, in anteprima, i dettagli della relazione della SIPA con riferimento alle accuse di corruzione nella concessione di appalti per la costruzione di edifici pubblici e dell'autostrada della Republika Srpska (RS). Il giornalista, tuttavia, spiega chiaramente che tale rapporto non è supportato da una reale inchiesta della Procura, e quindi non dimostra l'esistenza di un fascicolo aperto a carico del Premier Dodik.

Il servizio della BN-TV sembra abbia colto pienamente nel segno, provocando il giorno dopo, la pubblicazione dell'intero rapporto da parte del "Centro per il giornalismo investigativo (CIN)" di Sarajevo, il quale afferma di essere entrato in possesso di una copia della relazione della SIPA, mai giunta sui media. La pubblicazione del rapporto avviene però di venerdì, proprio per non dare voce al giornalista della BN, per cercare di confondere le acque e per camuffare così la verità. Il CIN, finanziato dai cosiddetti democratici, pubblica la mattina seguente le famose pagine, in una disperata missione fatta di avventurismo, dilettantismo, un semplice lavoro di passacarte per far passare qualcosa che era stato già accuratamente preparato. I falchi Bianchi hanno abboccato alla trappola e, disperati al pensiero che qualcuno stava trattando sottobanco con il Governo della RS per smontare il bluff, hanno commesso il grande sbaglio di pubblicare un rapporto falso, dato per vero da certe strutture solo per accreditarlo. Per commettere tale errore grossolano, è evidente che qualcuno dei falchi bianchi è totalmente impazzito perché con il servizio di BN si metteva fine al gioco e alle pressioni sulla RS, evidenziando che questo rapporto è assolutamente inutile, una semplice trovata politica.

Prima di tutto il documento ha un vizio procedurale, perchè non esiste nessun fascicolo aperto nella Procura. Si tratta semplicemente di una relazione redatta con i documenti forniti dallo stesso Governo, come a dimostrare la sua correttezza, che spiegano le voci di spesa e di costi per la costruzione di opere pubbliche. Il documento, proposto in formato elettronico, riporta i reali dettagli dell'indagine, entrando nel merito di ogni singolo costo che è stato imputato alla costruzione del palazzo del Governo.
In particolare, esso fa riferimento agli appalti per la costruzione della sede amministrativa del governo della RS, con costi ritenuti eccessivi e gonfiati per poter sottrarre dei fondi dal bilancio pubblico. Viene contestato l'assegnazione dei contratti per la costruzione del tunnel autostradale , in quanto l'assegnatario viene ritenuto non idoneo rispetto alle condizioni della gara. Milorad Dodik viene definito il principale indagato, per abuso della sua posizione ufficiale e della sua autorità, preparando e proponendo l'adozione di decisioni che hanno permesso la conclusione di alcuni appalti. Accanto a lui, vengono inoltre pronunciati i nomi dei collaboratori sotto inchiesta, tra cui:
- Slobodan Stankovic, nominato dal Governo della RS a capo del Consiglio si sorveglianza, monitoraggio e la coordinamento dell'attività per la costruzione di autostrade della RS, direttore e fondatore della società "Integral Ingeneering" Laktasi, registrata presso il Registro del Tribunale di Banja Luka, il 6 agosto 1999;
- Mladen Lazedic, Direttore Generale della società pubblica "Putevi RS" di Banja Luka (nel periodo dal 2006 fino al 2007);
- Nedeljko Cubrilovic, Ministro dei Trasporti e Comunicazioni della RS nel periodo tra il 2006 e il 2007;
- Fatima Fatibegovic, Assessore per Urbanizzazione, Edilizia ed Ecologia a Banja Luka (nel periodo dal 2006 al 2007);
- Milenko Dakic, Vice Ministro della Pianificazione territoriale, architettura ed ecologia della RS (nel periodo dal 2006 al 2007);
- Dragan Kokanovic, Presidente del consiglio di amministrazione per il monitoraggio delle attività di costruzione di Radio e TV Station nella RS;
- Branko Dokic, Ministro dei Trasporti e delle comunicazioni della RS (dal 12 gennaio 2001 al 17 gennaio 2003); poi su decisione del governo della RS è stato nominato alla carica di Presidente del Consiglio per il monitoraggio e il coordinamento della costruzione della autostrade nella RS;
- Nemanja Vasic: nominato dal Governo alla carica di Direttore della Direzione per le strade della Repubblica ;
- Milenko Vracar: Ministro delle Finanze della RS (dal 12 gennaio 2001 al 30 giugno 2002);
- Simeun Vilendecic: Ministro delle Finanze nel Governo RS dall'11 luglio 2002;
- Aleksandar Djomic: Direttore dell'Istituto della RS CityPlanning, Ministro delle Finanze della RS dal novembre 2006.
- Miroslav Vujatovic: Direttore dell'Istitututo City Planning, durante gli anni 2002 e 2003.
- Dragan Davidovic: Direttore dell'azienda pubblica RTV RS di Banja Luka nel periodo dal 2003 al 2007;
- Slavica Stankovic: direttore e fondatore della società "Integra Inzinjering" di Banja Luka.

La relazione si riferisce alla costruzione della sede amministrativa del Governo della RS, dell'edificio della Radio-Televisione della Republika Srpska (RTRS), e di alcuni tratti della strada E 661 Gradiska - Banja Luka. Afferma che i funzionari statali, ed in particolare Dodik, abbiano manomesso le gare d'appalto abusando della proprio posizione o della propria autorità. Per dimostrare le loro accuse, gli investigatori hanno citato contratti e fatture. Affermano così che la Integral Engineering ha ottenuto il tender per la costruzione dell'autostrada nonostante non avesse fatto fronte alle condizioni richieste dall'appalto, nonché di aver fatturato un prezzo per la costruzione di due gallerie "notevolmente superiore al valore dei lavori a partire dalla base del preventivo del 2002". Gli investigatori accusano il Governo, così, di non aver potuto ricostruire il costo dell'opera dalla documentazione consegnata.
Un altro elemento su cui il rapporto si sofferma molto, è la costruzione della sede amministrativa del Governo della RS a Banja Luka, andando ad analizzare minuziosamente ogni singolo costo per la realizzazione degli uffici, e persino la selezione del mobilio degli uffici, acquistato presso una società italiana e scelto tra mobili di gran pregio. A tal proposito, il CIN afferma di aver contattato la società RA Mobili, di Milano, la quale pare abbia fornito un preventivo della fornitura al Governo della RS.

Per tutto il resto, la relazione non prova i reati di corruzione o di riciclaggio di cui è stato accusato il Governo, bensì getta dei sospetti e dei dubbi al giudizio dell'opinione pubblica. Alcune delle affermazioni - per stessa ammissione di CIN - non sono documentate, come le accuse di riciclaggio, il percorso del denaro che prova il reale abuso da parte del Governo. Per esempio la relazione afferma che Stankovic ha commesso reati di riciclaggio di denaro per un importo di 843,778.62 euro attraverso una società belga, ma questa affermazione non è dimostrata, motivando tale sospetto sulla base di una deduzione dalle imposte indirette. In effetti, tutta la merce comprata dal Governo è stata effettivamente ricevuta, ed ogni somma pare sia stata veramente usata per ogni piccolo dettaglio della struttura. D'altro canto, si costruisce uno scandalo per lunghi mesi sulla base di illeciti amministrativi, di una spesa eccessiva per comprare un divano o un tavolo, del superamento di un preventivo, quando poi casi del genere sono all'ordine del giorno presso qualsiasi pubblica amministrazione o Governo. Senza voler giustificare questa "prassi" delle amministrazioni, possiamo affermare che questo rapporto non dimostra nessun reato di associazione per delinquere o per corruzione.

Se proprio volessimo essere precisi o pignoli, potremmo citare altri casi simili che hanno avuto come protagoniste società americane. Si pensi all'Albania, dove la famosa autostrada che dovrebbe collegare Pristina a Tirana ( la Kalimash-Durres-Kukes) è stata costruita dall'americana Bechtel: il tratto Rreshen-Kalimash sembra dovrà costare 1,23 miliardi di euro, il doppio di quello annunciato pari a 620 milioni di euro. Non dimentichiamo poi l'operazione di riciclaggio di armi compiuto dall'americana AEY Inc, contractor del Pentagono, chiusa dagli Stati Uniti con la condanna del suo 22enne amministratore Efraim Diveroli , il quale è ora in libertà condizionata, e continua indisturbato la sua attività di commercio di armi, in nome e per conto di un'altra società, la "Ammoworks". Insomma, i Balcani, da questo punto di vista, forniscono molteplice materiale di discussione, dinanzi al quale molto spesso le autorità internazionali restano in silenzio e lasciano correre. Nel caso della Republika Srpska, scoppia uno scandalo, alimentato da Transparency International e da certi esponenti della Comunità Internazionale, come lo stesso statunitense Raffi Gregorian, che non perde occasione per sferrare la sua sentenza di colpevolezza contro i serbi. Il diplomatico americano sembra avere molto a cuore la "trasparenza" dell'amministrazione pubblica, ma dimentica gli illeciti compiuti nei Balcani in medesime occasioni dal Paese a cui appartiene.

E' comunque evidente che chi ha dato quel rapporto, ha voluto bleffare un'altra volta, mostrando tanti numeri come se fosse lo scoop del secolo. Peccato che il bluff non ha funzionato, perché il rapporto non avrà un seguito, ed ora che questo ridicolo rapporto è uscito ne vedremo delle belle, perché qualche testa sicuramente cadrà. Chi ha architettato questa sceneggiata è la famosa volpe al di là dell'Atlantico, impazzita letteralmente per il fatto che un giornalista della RS ha fatto un servizio di 6 minuti, raccontando per filo e per segno cifre e dettagli del rapporto che era stato gelosamente custodito per fare il bluff. I serbi sono così riusciti con un po' di coraggio a buttare giù il muro di ricatti, riuscendo per primi ad arrivare a informazioni confidenziali, tanto discusse. Adesso c'è da chiedersi come mai la BN sia arrivata a trovare queste informazioni per prima, mentre gli altri un giorno dopo. È chiaro che, in base al quel servizio, qualcuno ha capito che i serbi erano riusciti ad ottenere il rapporto, senza che nessuno se ne fosse accorto. La volpe bianca ora è in seria difficoltà, visto che piccoli uomini sono riusciti in qualche modo a provare che nulla è impossibile e che non solo Transparency International ha le sue fonti anonime, anche gli altri le possono avere.