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07 maggio 2009

La Georgia negli equilibri tra Nato e Russia


Continua l'escalation della tensione in Georgia, e dopo settimane di proteste e uno strano ammutinamento militare, il Governo di Tbilisi deve far fronte alle incalzanti pressioni dei partiti di opposizione. La Georgia, e così il Caucaso, resta un Paese importante per gli equilibri di potere tra NATO e Russia. Se Stati Uniti e Unione Europea intendono trasformare questa regione in una zona cuscinetto controllando il passaggio di gasdotti ed oleodotti, la Russia intende affermare la sua influenza per garantire il transito e l'approvvigionamento delle fonti di energia da rivendere ai mercati europei. (Foto: Cartello nel centro di Tbilisi)

Continua l'escalation della tensione in Georgia, e dopo settimane di proteste e uno strano ammutinamento militare, il Governo di Tbilisi deve far fronte alle incalzanti pressioni dei partiti di opposizione. Proprio nella serata di ieri, alcuni leader dell'opposizione unita georgiana, sono stati colpiti alla testa durante gli scontri tra attivisti e la polizia di Tbilisi. Le immagini del "pestaggio della polizia" sono state riprese in diretta dai giornalisti che erano accorsi per documentare le proteste della folla dinanzi alla centrale di polizia a Tbilisi, per chiedere il rilascio dei militari arrestati. La manifestazione si è trasformata in violenza dopo che i militanti del partito di opposizione hanno cercato di sfondare la recinzione posta a protezione della caserma: la polizia ha duramente risposto con manganelli e proiettili di gomma. Il messaggio mediatico però passa, ed è quello di una parte del Paese che chiede le dimissioni del presidente Mikhail Saakashvili già da un mese. Per l'opposizione anche l'ammutinamento è stato una plateale messa in scena del Governo di Tbilisi, che cerca di nascondere le proprie repressioni dando la responsabilità ad agenti russi. "L'ammutinamento di un battaglione di carri armati dispiegati nei pressi della capitale georgiana è stato creato dalla leadership georgiana al fine di distogliere l'attenzione della folla dai problemi reali delle persone", affermano i rappresentanti del partito di opposizione di Tbilisi, spiegando di avere prove a dimostrazione che lo spettacolo organizzato dal Governo era una "realtà virtuale" creata solo per impaurire l'opinione pubblica.

È da rilevare, comunque, che è abbastanza inverosimile anche l'ipotesi di un colpo di stato organizzato da agenti russi, per il semplice fatto che sarebbe una conclusione troppo scontata - a cui il Governo di Tbilisi è arrivato senza molte analisi di intelligence - soprattutto all'indomani delle proteste di Mosca per le esercitazioni della Nato in Georgia. La diplomazia russa ha negato ogni coinvolgimento in questa specie di colpo di stato militare in Georgia, definendo le accuse del Governo georgiano come frutto "del delirio e dell`agonia del regime di Saakashivili". D'altro canto, è innegabile che Mosca abbia qualche ruolo nella creazione di un movimento popolare di dissidenza contro il Governo, spingendosi sino a dettare un ultimatum a breve scadenza per le dimissioni del Premier. Le hanno definite "rivoluzioni colorate", proprio perché nascondono dietro ad una bandiera di partiti e movimenti politici, un intero sistema di pressioni e di poteri, molto spesso di matrice estera. Forse, è proprio in considerazione di questa crisi latente che è stata programmata un'esercitazione militare nel Caucaso, in un territorio in cui Mosca ha dispiegato le sue truppe in difesa dei confini con l'Abkhazia e l'Ossezia del Sud.

Questo fa comunque capire quanto la Georgia, e così il Caucaso, sia importante negli equilibri di potere tra NATO e Russia. Se Stati Uniti e Unione Europea intendono trasformare questa regione in una zona cuscinetto controllando il passaggio di gasdotti ed oleodotti, la Russia intende affermare la sua influenza per garantire il transito e l'approvvigionamento delle fonti di energia da rivendere ai mercati europei. Per tale motivo, quanto accade nel Caucaso è strettamente connesso all'attuale controversia tra NATO e Russia, che ha avuto come effetti ben visibili le espulsioni dei diplomatici russi - in seguito alle accuse di spionaggio contro lo Stato estone - e di quelli canadesi presso il Centro di Informazione della NATO a Mosca. Ora, Inoltre, il rappresentante permanente della Russia presso la NATO ha ricevuto dal Ministero degli Affari Esteri belga l'avviso di revoca dell'accreditamento di due diplomatici. Effetti meno evidenti, sono quelli del progressivo irrigidimento delle relazioni bilaterali, che va a ritardare i negoziati di adesione della Russia, ma conferma che questo famoso dialogo con gli Stati Uniti è molto evanescente, scompare con pochi gesti e in poco tempo. In questa operazione volta ad isolare la Russia, nel tentativo di farla retrocedere dalle sue pretese di rifondare l'Alleanza Atlantica su uno schema di nuovi equilibri, l'Unione Europea ha un ruolo importante, che si sta traducendo nella "europeizzazione" dello spazio post-sovietico, con la promozione del progetto di Partenariato europeo, che organizzerà oggi la prima assemblea costitutiva a Praga.
(Saakashvili stringe la mano ai soldati dopo l'ammutinamento)

La riunione di oggi vedrà la partecipazione delle sei repubbliche dell'ex Unione Sovietica , quali Armenia, Azerbaigian, Bielorussia, Moldavia, Ucraina, e dunque Georgia, rappresentata da Saakashivili in persona. I Paesi post-sovietici non sono invitati a far parte dell'Unione Europea, anche se i capi di Governo stanno cercano in ogni modo di vedervi questa possibilità. I loro capi stanno cercando, naturalmente, di vedere questa partnership in Europa della porta aperta, avendo assunto l'ideale di "membro europeo" come perfetto antagonista democratico del comunismo assolutista. Allo stesso tempo, cercano in questa Unione allargata, qualche stimolo in più rispetto alla Comunità degli Stati Indipendenti che ha rivelato, in questi anni, tutta la sua inefficacia. Molto probabilmente, con il Partenariato Orientale, la liberalizzazione dei visti e l'abbattimento delle barriere doganali passeranno sotto l'egida di Bruxelles, ponendo sotto una luce diversa Mosca. Un progetto, dunque, che sembra andare di pari passo con l'allargamento della NATO, andando così a coinvolgere, in nome della "integrazione euro-atlantica" Paesi che appartengono ad un altro spazio economico che, sino ad oggi, ha bilanciato gli equilibri economici tra Europa e Asia centrale. Non sono da escludere scenari in cui vedremo Bruxelles risolvere le annose questioni di indipendenza ed autonomia di Abkhazia, Ossezia e Transnistria: qualsiasi compromesso, pur di spostare il centro diplomatico da Mosca a Bruxelles. È ovvio che le relazioni di "partneriato" con la Russia non miglioreranno con questo progetto, a meno che non vi sarà qualche Paese europeo che si opporrà a questo totale sbilanciamento dei poteri nell'est europeo. Un ruolo fondamentale potrebbe averlo proprio l'Italia, che sta pian piano ricostruendo la sua economia sulla base di accordi energetici ed industriale sottoscritti anche grazie alla mano russa. Accanto all'Italia vi sono i Paesi dei Balcani Occidentali, che aspettano di entrare in Europa ma mantengono un certo rapporto con la Russia, proprio come la Serbia. Ancora una volta, dunque, Balcani e Caucaso sono pedine importanti per la risoluzione di questo grande rompicapo, che è l'equilibrio dei poteri tra Occidente ed Oriente.