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30 giugno 2009

L'accordo Mosca-Baku fa saltare gli equilibri delle forniture di gas


Con la firma dell'accordo tra Gazprom e la Società nazionale petro-gassifera dell' Azerbaigian (GNKAR), la società russa ottiene la priorità come partner per l'acquisto di gas, stabilendo che l'holding russa, che al momento non compra il gas azerbaigiano, avrà a disposizioni importazioni per 500 milioni di metri cubi a partire dal 1 ° gennaio 2010. In questo modo la Russia raggiunge un duplice obiettivo: sottrarre un fornitore di gas al Nabucco, e aumentare i trasferimenti di gas in Europa.

La visita del Presidente russo Dmitri Medvedev nella capitale azerbaigiana Baku, segna una delle tappe più importanti del tour il Medio Oriente e nel Caucaso del rappresentante del Cremlino. Replicando con pochi giorni di distanza il viaggio fatto da Barak Obama, Medvedev visita l'Egitto e alcune repubbliche dell'Africa nera, portando a casa accordi su energia, investimenti e miniere di diamanti. La capitale caucasica sembra chiudere in grande stile questo tour, incastonandosi perfettamente sia nel quadro politico-strategico della Russia, che quello economico-energetico, in vista del G8 de L'Aquila dove saranno protagonisti i grandi temi di ordine e politica mondiale, ed in considerazione dell'attuale controversia con l'Ucraina. Il Caucaso, che sta aspettando la visita del Vice Presidente americano Joe Biden, continua ad essere una terra oggetto di disputa da parte di Europa-Usa e dalla Russia, sia per la sua valenza politica come zona cuscinetto, sia per il ruolo nella pianificazione delle strade del gas. Tra l'altro, l'Azerbaigian in particolare, rappresenta uno dei principali partner strategici individuati da Bruxelles per garantire fonti di fornitura al gasdotto europeo del Nabucco.

Il gasdotto europeo, dalla capacità di 27-31 miliardi di m3 all'anno e una lunghezza di 3300 km, aveva definito come Paesi di approvvigionamento, l'Azerbaigian , il Turkmenistan, l'Iran nonché Iraq ed Egitto: tutti Stati che sono stati, in un modo o nell'altro, avvicinati dal consorzio del gas italo-russo o dal Cremlino con una proposta di cooperazione. Considerando che l'attuale situazione dell'Iran e la non disponibilità del Turkmenistan, l'Azerbaigian poteva essere uno dei più probabili partner del Nabucco, fermo restando gli accordi già presi con i russi. Di fatti, lo scorso giugno 2008, che il capo della holding russa, Alexei Miller, aveva già proposto a Baku di vendere a Mosca il gas prodotto nella seconda fase del progetto Shah-Deniz. Gazprom si era detta pronta a pagare un prezzo a Baku in funzione delle condizioni ottenute con la parte europea, con la detrazione delle spese di trasporto, di commercializzazione e un ragionevole livello di guadagno per la società. Un progetto che giunge in porto proprio con la ratifica dell'accordo di intesa tra Dmitri Medvedev e le dirigenza azerbaigiana, anticipando così che la società russa diventerà tra i principali acquirenti di gas derivanti dalla seconda tranche di estrazione del grande giacimento situato a Shah Deniz , nel Mar Caspio.

Infatti, la firma dell'accordo da parte del CEO di Gazprom Alexei Miller e il Presidente della Società nazionale petro-gassifera dell' Azerbaigian (GNKAR) Rovnag Abdoullaiev, ha avuto luogo dopo che i negoziati tra i presidenti Dmitry Medvedev e Ilham Aliyev a Baku. I due amministratori delegari hanno raggiunto ieri un accordo con Gazprom per l'acquisto di gas, stabilendo che l'holding russa, che al momento non compra il gas azerbaigiano, avrà a disposizioni importazioni per 500 milioni di metri cubi a partire dal 1 ° gennaio 2010. "Abbiamo convenuto che Gazprom sarà tra gli acquirenti del gas prodotto dalla seconda tranche del giacimento di Shah Deniz deposito, e che ad essa venga data una certa priorità ", ha detto Miller, spiegando che "se altri acquirenti vorranno ottenere lo stesso gas, dovranno proporre delle condizioni più allettanti a vantaggiose di quelle proposte da Gazprom". Scoperto nel 1999, il giacimento di Shah Deniz campo, con una superficie di circa 860 km2, si trova a 70 km dalla costa dell'Azerbaigian nel Mar Caspio, ed è uno dei più ricchi di gas del mondo. Le sue riserve costituiscono 1.200 miliardi di m3 di gas . Allo stesso modo, il Presidente azerbaigiano, Ilham Aliyev, ha reso noto che Baku ha in programma di aumentare le esportazioni di gas verso la Russia, nella misura in cui la produzione nazionale di gas aumenterà. Secondo Aliyev, il potenziale del Paese è enorme e la produzione potrebbe raggiungere i 27 miliardi di metri cubi nel 2009, per un totale di 30 miliardi di euro nel 2010, utilizzando i gasdotti esistenti ,

Sembra dunque che sia sempre più vicino il progetto di Gazprom di aumentare il flusso di esportazione del gas in Europa, soprattutto in un periodo di crisi economica e di possibile rivalutazione del prezzo del gas e del petrolio, nonché dell'estensione dei progetti di realizzazione delle reti di trasporto, grazie all'Italia e alla Serbia. Gazprom ha, come obiettivi essenziali, quello di entrare nel Mediterraneo e controllare il trasporto del gas, e quello di monopolizzare il mercato del gas europeo. Un progetto che ha subito una lieve battuta d'arresto con la crescente crisi economica, con la riduzione della domanda di gas in Europa pari al 5%, mentre le consegne di combustibile blu sono diminuite di circa il 60%, tale che la Gazprom, in aggiunta alla sua perdita di profitti, ha ceduto ai suoi concorrenti nella quota di mercato in Europa. Infatti, dopo che nel quarto trimestre del 2008, il prezzo del gas ha raggiunto un picco temporaneo di 500 dollari per 1.000 m3, lasciando tale prezzo invariato nei primi mesi del 2009, le società europee hanno notevolmente aumentato il consumo di gas naturale dai loro deposito sotterranei, stimato dalla dirigenza russa pari al 65% . Da tutta questa storia della crisi e della crisi economica, pare abbiano vinto le compagnie inglesi e quelle norvegesi, che hanno saputo approfittare del conflitto tra Mosca e Kiev. Da tali dinamiche, abbiamo potuto constatare come i grandi progetti del monopolio del gas russo hanno subito una forte accelerazione , portando a maggiori pressioni per la pianificazione del Nord Stream e South Stream. Progetti che si riveleranno decisivi quando il risiko degli Stati sarà finito, e alla Gazprom non basterà che trarne i profitti.