Motore di ricerca

14 luglio 2009

Nabucco: un accordo politico e non economico


Ankara ospita la ratifica dell'accordo intergovernativo dei rappresentanti dei cinque di sei paesi coinvolti nel progetto Nabucco, che prevede il trasporto del gas del Mar Caspio in Europa, aggirando il territorio russo. Il documento è stato firmato da Turchia, Austria, Ungheria, Bulgaria e Romania. Anche la Germania è stata coinvolta, pur non essendo un Paese di transito. Con questa firma, viene suggellato il ruolo della Turchia come Paese di transito per eccellenza

E' stato ratificato oggi ad Ankara, l'accordo intergovernativo dai rappresentanti dei cinque dei sei paesi coinvolti nel progetto Nabucco, che prevede il trasporto del gas del Mar Caspio in Europa, aggirando il territorio russo. Il documento è stato firmato da Turchia, Austria, Ungheria, Bulgaria e Romania. Anche la Germania è stata coinvolta nel progetto, e, pur non essendo un Paese di transito, non si è opposto alla sua ratifica. Hanno partecipato alla cerimonia i rappresentanti di circa venti Paesi, nonchè il Presidente della Commissione europea José Manuel Barroso. Dal valore stimato di circa 7,9 miliardi di dollari, il progetto include la fornitura di gas proveniente dai giacimenti del Mar Caspio, attraverso l'Azerbaigian, la Georgia, la Turchia, la Bulgaria, l'Ungheria, la Romania e l'Austria. Con una capacità di 31 mc all'anno, in una fase trasporterà quasi 15 miliardi di metri cubi. I due terzi del gasdotto, circa 2000 km (su una lunghezza totale di 3300 km), passa attraverso il territorio turco. I lavori saranno lancianti nel 2010, e le prime consegne dovrebbero iniziare nel 2014. Il consorzio internazionale per il momento, comprende la turca "Botas," la bulgara "Bulgargas", la romena "Transgas", l'ungherese MOL, l'austriaca MOV e la tedesca RWE. Molte di tali società non appartengono più ai rispettivi Governi dei Paesi partecipanti, bensì sono a tutti gli effetti società private, che agiscono dietro interessi di controllate estere.

Il raggiungimento di un accordo, non può che soddisfare in pieno la Turchia, considerando che è diventata un vitale punto di snodo nella fornitura di petrolio e di gas ai Paesi occidentali. Sul suo territorio passano gasdotti provenienti dalla Russia e dal Mar Caspio, quali le due grandi pipeline di Baku-Tbilisi-Dzejhan (costa turca del Mediterraneo) e Kirkuk (Iraq settentrionale-Dzejhan). Il Nabucco potrebbe così spalancare le porte ad Ankara per la cooperazione energetica con l'UE, che sarà vitale per avviare e poi concludere i negoziati di ingresso nell'Unione europea. Oltre al ritorno di immagine e meramente politico, la Turchia intascherà dalla tassa annuale di servizio circa 400 milioni di dollari, oltre alla creazione di molteplici nuovi posti di lavoro . "A differenza del South Stream, che trasporterà solo il gas russo, il Nabucco garantirà gli approvvigionamenti anche in caso di problemi con la Russia , con la possibilità di istradare il gas della regione del Mar Caspio, dell'Azerbaigian, dell'Iraq e dell'Egitto. L'accordo ha rimosso un importante ostacolo per il successo del progetto, afferma Gyorgy Mosonyi , direttore esecutivo del Gruppo MOL. A commentare tale evento sono intervenuti anche gli Stati Uniti , che non si sono opposti alla partecipazione della Russia al progetto del nuovo gasdotto che darà gas all'Europa, come afferma il senatore Dick Luger , augurandosi che la Russia partecipi al progetto in qualità di acquirente o fornitore. Allo stesso tempo, il candidato per il primo ministro di Bulgaria ,Bojko Borisov , ha annunciato ( ma non vi è alcuna certezza di un seguito in tale decisione) per la sospensione dei negoziati per la costruzione del gasdotto South Stream con la Russia, in virtù di "un problema per l'attuazione del progetto".

La Bulgaria non potrebbe essere la sola a fare il doppio gioco "manipolatore". All'indomani della ratifica del progetto, giunge la dichiarazione del Presidente del Turkmenistan Gourbangouly Berdymoukhammedov, il quale ritiene che le riserve di gas del suo paese siano sufficienti ad alimentare il gasdotto Nabucco. Intervenendo all'interno della sessione del governo, il Presidente ha riferito che, secondo un esperto indipendente dello scorso anno, le recenti scoperte dei geologi dimostrano che il paese ha enormi riserve di gas. "Ciò consentirà al Paese di partecipare a vari progetti in questo settore, tra cui il progetto Nabucco", ha detto il Presidente. Il Turkmenistan, che lancerà nel 2010 la fornitura di gas alla Cina, ha dichiarato così, per la prima volta, la propria intenzione a partecipare al progetto Nabucco. Come rileva il quotidiano russo Vedomosti, lo Stato asiatico aspira al "salto di qualità" che gli consentirà di portare il gas in Azerbaigian attraverso il fondale del Mar Caspio, e quindi giungere in Europa aggirando la Russia. A tale progetto, il Governo di Baku, che ha già promesso i propri giacimenti alla Russia, non ha ancora replicato in via ufficiale. Il quotidiano russo cita, a tal proposito, uno dei maggiori esperti dell'Azerbaigian, Tchinguiz Veliev, dubita che la proposta del leader turkmeno sia seria, considerando che sono state intavolate delle negoziazioni anche con Russia, Iran e Cina.

Quest'ultima opzione sembra più probabile, dato che le delegazioni del Turkmenistan e l'Uzbekistan, hanno rifiutato di firmare il documento che stabilisce le scadenze per la costruzione delle sezioni delle infrastrutture del Nabucco nel corso del vertice UE di Praga. D'altra parte, il Turkmenistan potrebbe avere degli eccessi di gas invenduti che potrebbero spingere il prezzo al ribasso. Nei fatti, come continuano a sostenere gli analisti russi, l'Europa continuerà a dipendere dal gas russo in futuro, visto che le sue esigenze richiedono "cinque Nabucco", come afferma Konstantin Simonov, direttore della Fondazione nazionale russa per la sicurezza energetica. Questi interpreta il progetto Nabucco come "un simbolo con cui l'Unione europea vuole aumentare le ambizioni politiche dei paesi dell'Est", rispondendo ad un obiettivo politico, e non economico. La Russia, da parte sua, dovrà rispondere aumentando il finanziamento e il sostegno di alcuni progetti in Asia Centrale, con l'abbandono di progetti realizzati in altri paesi. Secondo Simov, questa mossa costerà cara all'Unione europea, che è tenuta ora a prendere in considerazione gli interessi della Turchia, il paese di transito per eccellenza di circa due terzi del gasdotto, che chiede di aderire all'Unione europea.