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03 settembre 2009

L'Arcelor Mittal colpevole dell'inquinamento del fiume di Bosnia


Dopo aver scoperto una chiazza oleosa lungo la riva del fiume Bosna, le autorità bosniache hanno confermato che l’incidente dell'inquinamento del 22 agosto è stato causato dal rilascio di specifiche acque reflue provenienti dall'impianto di carbon coke della società Arcelor Mittal di Zenica. Per il momento, la società rischia una multa di 5.000 KM.

Come dichiarato dall'Ufficio federale di ispezione, la presenza di specifiche sostanze organiche in tutti i campioni di acqua del fiume di Bosnia, nei pressi del collettore centrale, indica che l’incidente dell'inquinamento dell'acqua del 22 agosto è stato causato dal rilascio di specifiche acque reflue provenienti dall'impianto di carbon coke della società Arcelor Mittal di Zenica. Questo perché, precisano le autorità, tali acque reflue non sono presenti in nessuna altra società, le cui acque reflue entrano nel collettore controllato. Attraverso lo scolo della "Arcelor Mittal" di Zenica, una grande quantità di materiali pericolosi è stata rilasciata il 22 agosto nel fiume di Bosnia. La polizia e gli ispettori sono stati informati dai pescatori e dagli abitanti dei villaggi lungo la costa del fiume Bosna, dopo che hanno trovato le chiazze che ricorda il petrolio greggio. Subito dopo la segnalazione, la polizia, il procuratore cantonale e l'ispettore competente insieme con i membri dell'Ufficio della Protezione Civile, hanno svolto l'ispezione completa nei pressi della ex acciaieria, dove si trovano delle altre fabbriche oltre a quella della Arcelor Mittal, prelevando anche i campioni dell'acqua per ulteriori analisi.

L'Ufficio federale degli affari di ispezione ha riferito il 28 agosto ai media bosniaci le informazioni finite sull'inquinamento accidentale del fiume Bosna del 22 Agosto, a valle del collettore principale che raccoglie una parte dei rifiuti della società Arcelor Mittal, le acque reflue provenienti dalle miniere di carbone, poi una parte dalla città di Zenica e una piccola parte dalla zona industriale a Zenica. Il laboratorio ha effettuato il controllo dell'acqua inquinata e, secondo la dichiarazione dell'Ufficio federale degli affari di ispezione, hanno confermato che l'analisi qualitativa delle acque reflue, provenienti dall'impianto separatore di gas del carbone, che vengono scaricate direttamente nel collettore principale, ha mostrato la presenza di composti che sono caratteristici dei gas di carbone, di cui il 4–nitrofenolo, il 4-cloro-tre-metilfenolo, in quntità superiori al valore massimo consentito per i fenoli. Su tale incidente, il Direttore dell'Ufficio per gli affari di ispezione della FBiH, Ibrahim Tirak, ha confermato per "Dnevni Avaz" che "gli organismi competenti non possono chiudere gli occhi sul fatto che la società impiega 4.000 persone, ma dall'altra parte si deve tutelare la salute e la sicurezza di un numero molto maggiore di persone, e la società tutta". Promette dunque che, oltre ad un'ammenda di 5000 KM per la contaminazione del fiume Bosna, la società sarà punita anche con altre misure.

Ricordiamo che il fiume Bosna, il terzo fiume più lungo della BiH dopo Drina e Sava, sorge sotto la montagna di Igman, nelle immediate vicinanze della città di Sarajevo. La Bosnia è molto conosciuta della sua sorgente chiamata "Vrelo Bosne". Oggi, questa sorgente è una nota attrazione turistica, sia per i turisti stranieri che per i visitatori locali. Si compone di diverse piccole isole collegate da ponti attraverso numerosi corsi d'acqua minori, ed ha un ecosistema pregiato e quasi contaminato. Subito dopo l'attraente sorgente, il fiume Bosna entra in un'atmosfera impressionista, formando un letto ampio e uniforme, di circa trenta metri di profondità, che scorre lentamente attraverso i prati.
La bellezza naturale del flusso tranquillo del fiume Bosna, della sua vegetazione lussureggiante e delle alghe, per la disattenzione e l'indifferenza dell'uomo, è stata profanata dal cosiddetto progresso degli investimenti esteri, della competitività e spesso della colonizzazione. Tutti conosciamo la situazione della Arcelor Mittal di Zenica, ex società della Jugoslavia frantumata e poi acquistata dal colosso multinazionale indiano, che ora minaccia il licenziamento di oltre 2000 persone. Ci chiediamo, quindi, dove finisce l'interesse nazionale e dove inizia poi quelle delle lobbies che arrivano qui in Bosnia per portare benessere sociale e sviluppo, ma lasciano distruzione e disoccupazione.