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21 ottobre 2009

L'amicizia della Russia rilancia la Serbia

Con la visita a Belgrado del Presidente Dmitri Medvedev è stato confermato il progetto di inserire Belgrado all'interno di una lobby che contribuisca al nuovo progetto di sicurezza europea, non più basato sul braccio armato della NATO o su un organismo impotente come le Nazioni Unite. Dalla grande amicizia serbo-russa, nasce così una Serbia più forte, che rivestirà un nuovo ruolo all'interno della regione sia dal punto di vista energetico che politico.

La preparazione della visita del Presidente Dmitri Medvedev a Belgrado ha dimostrato che la perfetta cooperazione tra le forze russe e serbe ha fatto in modo che tutta la cerimonia si svolgesse senza alcun incidente. Durante il faccia-a-faccia a porte chiuse con il Presidente Tadic, i colloqui bilaterali hanno spaziato dal credito russo di un miliardo di dollari all'accordo del gas, sino alla nuova architettura della sicurezza europea, in cui la Serbia avrà un ruolo importante. Dai circoli diplomatici è stato confermato che l'idea del Presidente Medvedev è di inserire Belgrado all'interno di una lobby che scriva un nuovo concetto di sicurezza, non più basato sul braccio armato della NATO o su un organismo impotente come le Nazioni Unite. Su questa idea la Serbia è pronta a discuterne, ma bisogna fare accordi un po' con tutti. Un altro punto nevralgico è stato il credito di un miliardo di dollari che la Russia dovrà dare alla Serbia, a condizioni più agevolate rispetto a quelle pattuite con il FMI. In questa prima fase delle trattative è stato stabilito che 200 milioni di dollari andranno al budget di Stato, e altri 800 milioni di euro saranno spesi in investimenti per le infrastrutture stradali, energetiche e ferroviarie della Serbia. Come annunciato, i Presidenti Tadic e Medvedev hanno raggiunto un accordo anche per la fornitura di gas con un miglior regime, dando un ruolo strategico all'interno della regione alle aziende produttrici della Serbia. A tal fine, il direttore di Gazprom, Aleksei Miller, è rimasto a Belgrado dove, insieme con il direttore di Srbijagas, Dusan Bajatovic, hanno stilato una lista delle aziende di importanza strategica con cui pattuire prezzi migliori per le forniture per il prossimo periodo invernale.

Finalizzato accordo strategico Srbijagas-Gazprom
I rappresentanti di Srbijagas e Gazprom hanno firmato l'allegato del protocollo di costruzione del gasdotto South Stream e l'accordo per la costituzione della joint-venture partecipata dai russi sino ad un massimo del 51% e dai serbi per il 49%, con il diritto per Srbijagas ad acquistare le azioni di Gazprom e non viceversa, la quale realizzerà il deposito di stoccaggio sotterraneo di Banatski Dvor. Il Banatski dvor conterrà minimo 800 milioni di metri cubi di gas, con un contratto di fornitura di 25 anni. Gazprom investirà in tale progetto 25 milioni di euro, come dichiarato da Aleksei Miller, mentre non sono note le cifre che riguardano invece il gasdotto.

Lo studio di fattibilità del tratto serbo del gasdotto South Stream sarà completato entro la fine del 2010, e l'importo degli investimenti sarà determinata una volta terminato lo studio. Il CEO di Gazprom ha inoltre aggiunto che lo studio della sezione che passa sui fondali del Mar Nero e attraversa i territori dei Paesi di transito, è in corso di valutazione. Miller ha detto inoltre che Gazprom e la società pubblica serba Srbijagas hanno firmato martedì un protocollo che istituisce una joint venture responsabile della supervisione della parte serba del progetto South Stream. La joint venture sarà registrata entro 30 giorni, ha detto Miller, sottolineando che "il South Stream è un progetto di grande importanza strategica per la sicurezza energetica dell'Europa" e che "sarà attuato prima della fine 2015".

La sottoscrizione degli accordi bilaterali, non è stato il solo momento di incontro, in quanto la giornata è stata ricca di eventi, come gli omaggi al monumento alla liberazione della Serbia dal regime fascista, sino alla visita alle alte cariche della Chiesa serbo-ortodossa. Durante il pranzo, erano presenti anche vari imprenditori e i proprietari delle più grandi compagnie serbe, come Miroslav Miskovic della Delta, Zoran Drakulic di Ist point, del direttore di Hemofarm, Miodrag Babic, e del direttore di Sintelon Nikola Pavicic. L'atmosfera in cui si è discusso è stata positiva e rilassata, con sorrisi a parole di stima, in un ambiente molto informale. "Tra di noi ci capiamo molto bene, anche senza il traduttore" , ha dichiarato il Presidente Medvedev, accennando alla forte e storica vicinanza tra i due popoli. Anche per il vino serbo sembra sia piaciuto al Presidente Medvedev (Chardonet-Radovanovic e Aurelius –Kovacevic) dimostrando che la produzione dei vini serbi potrà avere ampio mercato in Russia.

Nel pomeriggio Medvedev è stato accolto all'interno del Parlamento serbo, come primo capo di Stato estero ad entrare ed intervenire nell'Assemblea nazionale della Serbia. Cosciente dell'onore che Belgrado ha voluto riconoscergli, Medvedev ha ricambiato con un discorso dalle parole incisive e significative. Egli ha infatti sottolineato che il ruolo della Serbia è molto importante, non ritenendo importante che "tutti i Paesi europei entrino nella NATO”, quanto più “progettare un nuovo quadro della sicurezza europea”. "Voi coraggiosamente avete combattuto contro il fascismo. Gli altri paesi hanno deciso di collaborare con il regime tedesco, e per questo hanno avuto una responsabilità. Questo deve essere conservato nella memoria, a monito di coloro che hanno intenzione di cambiare la storia per i propri vantaggi - afferma il Presidente russo, aggiungendo - gli insegnamenti della storia ci servono per imparare e non fare gli stessi errori, a non distruggere nulla ma a combattere contro i pericoli che sorgono dinanzi a tutto il continente europeo. Così - prosegue - è nostro dovere creare un nuovo sistema di sicurezza europeo, che deve essere indipendente dall'economia. Noi offriamo nuovi obblighi sulla base di principi internazionali, che dobbiamo decidere noi. Il nostro compito è ci occuparci delle questioni di sicurezza, e non dei danni che possiamo infliggere ad altri. Questa è la lezione della Seconda Guerra Mondiale, ma anche di tutti i brutti eventi degli anni novanta, come la crisi balcanica e l'aggressione del Caucaso”.

Il Presidente russo Medvedev si è però categoricamente rifiutato di tracciare un parallelo tra le vicende dei Balcani e quelle del Caucaso, ma da esse trae uno spunto per ribadire che tali tragici eventi hanno evidenziato l'inefficacia del sistema attuale della sicurezza europea e la necessità di una sua modernizzazione. "La preparazione e la firma del trattato di sicurezza europea avrebbe segnato l'inizio della formazione di un unico sicurezza nell'area euro-atlantica, fornendo garanzie di affidabilità, in maniera uguale e paritetica per tutti gli Stati, a prescindere dall'appartenenza ad un determinato schieramento politico ", precisa dinanzi al Parlamento serbo. Le autorità serbe - continua - sanno quanto sia importante creare nel futuro un trattato "con norme precise per la prevenzione e soluzione pacifica dei conflitti". Nel suo discorso accenna anche alla possibilità che russi e serbi costruiscano una base vicino Nis per far fronte a situazioni straordinarie, dalla quale i servizi serbi e russi aiuteranno tutti i Paesi della regione sottoposti al rischio di incendi e catastrofi naturali. Un progetto questo che risuona come una risposta alla base americana Camp-Bondsteel in Kosovo. Occorre inoltre ricordare che quell'accordo di cui parla il Presidente, include una collaborazione tra serbi e russi ratificata dal Ministro degli interni Ivica Dacic e dal Ministro per le situazioni straordinarie russo, includendo assistenza umanitaria, alle avarie tecnologiche e le loro cause.

Dal punto di vista politico, tuttavia, l'accordo che sembra essere più importante attualmente, è quello energetico, visto l'interesse russo di ottenere una corsia preferenziale nel controllo dei gasdotti della regione dei Balcani attraverso la Serbia. A quel punto lo stato serbo diventerà un centro energetico regionale a cui la Russia si appoggerà in futuro. Con l'accordo per l'acquisto di NIS e la costruzione del South Stream e del deposito di Banatski Dvor, la Serbia ottiene tutte le condizioni per diventare un punto d'incontro dei vari gasdotti che passano negli altri paesi, un crocevia energetico e parte fondamentale della zona d'influenza russa. Un ruolo importante non soltanto energetico, ma nello stesso momento anche politico, soprattutto in riferimento al piano di Medvedev di riscrivere la sicurezza europea. La Serbia potrà anche diventare un ponte tra l'UE e la Russia con il suo ingresso in Europa. D'altronde, come affermato dallo stesso Tadic, la Serbia nell'UE potrà portare solo vantaggi alla Russia. "Nella UE, la Serbia sarà il miglior amico di Mosca".