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29 marzo 2011

Rapporto Kfor: le reti della criminalità del Kosovo già note


Banja Luka - La Comunità Internazionale in Kosovo continua tutt'oggi nel suo tentativo di plasmare una struttura statale che sia totalmente sotto il proprio controllo. Dopo aver selezionato la classe politica al potere, cercano oggi di manipolarla e strumentalizzarla, nel tentativo di poter garantire in questo modo la stabilizzazione di questa parte della regione dei Balcani. Le indagini e gli arresti dell'Eulex sui crimini di guerra è una rilevante dimostrazione della strategia della tensione dispiegata a Pristina, sulla base di accuse ed inchieste nei fatti note da anni. L'UNMIK e la KFOR conoscevano già nel periodo del conflitto le reti criminali e il relativo controllo da parte di personaggi chiave, poi saliti al potere, nelle istituzioni in seno ad uno Stato nato da un progetto di disgregazione e così da una dichiarazione di indipendenza unilaterale, sostenuta e voluta dalla comunità internazionale. In buona sostanza, si ricatta oggi quella struttura criminale finanziata ad utilizzata per attuare e completare la frammentazione jugoslava. I documenti in possesso dell'Osservatorio Italiano, parte di una documentazione segreta della KFOR, evidenziano come si dispiegavano le reti dell'UCK, che a lor volta facevano capo a vari personaggi come Hashim Thaci, Xhavit Haliti, Ramush Haradinaj ecc, nelle varie zone del Kosovo, e le relative zone di influenza. Nelle attuali indagini ed inchieste non vi è nulla di nuovo, che non fosse già noto alle forze internazionali, le quali nascondono dietro una falsa guerra alla criminalità delle manovre politiche ben pianificate.

Rete criminale di Hashim Thaci


Rete criminale della famiglia Haradinaj