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01 febbraio 2014

Ovunque la nostra bandiera

"Noi oggi siamo quei navigatori di un tempo, che affrontavano tempeste e mari, mentre le nostre bandiere marinare sventolavano su onde giganti. Nel nostro viaggio ci siamo persi, ma non abbiamo dimenticato chi eravamo e da dove venivamo. Tanti dispersi, tanti atti eroici e tante anime. Quel tramonto e quel mare è la nostra bandiera, il blu e l’arancio, ovunque dovunque e sempre. Essa rappresenta quegli innocenti che sono nelle carceri, quegli eroi sconosciuti alle masse, quelle invenzioni rubate agli scienziati e nascoste nei caveaux: rappresenta chi non è rappresentato. Oggi qui, più forti di prima, in prima linea contro l’onda anomala che si sta alzando".

Queste parole furono pronunciate nel corso di una conferenza in Paltalk alla fine del 2004, alla presenza di pochi ascoltatori. A distanza di pochi anni, assistiamo ad uno scenario annunciato. Le masse che oggi si sono sollevate scoprendo "la rete", non sanno che sono rinchiuse in una camera oscura, utilizzando sistemi vecchi ed obsoleti. Ognuno di loro lavora e rappresenta gli interessi delle multinazionali dell'informatica, assecondando un sano principio di conflitto di interessi. Queste entità sono il crimine invisibile
Chi ha combattuto non è stato ascoltato, ma deriso, diffamato, umiliato, e ciononostante continua nel suo via percorso senza fare clamore e sollevare schiamazzi, difendendo le aziende oltre confine. Ovunque dovunque e sempre.